Il Pd e il referendum, dove firmare in Trentino

Alcuni consiglieri provinciali del Pd hanno dato la loro disponibilità per l'autentica delle firme e per collaborare con eventuali comitati elettorali locali: è possibile firmare presso il Gruppo Consiliare del Pd del Trentino (Via Torre Verde 18, Trento - 3° piano) dalle 08.30 alle 13.00 e dalle 14.15 alle 17.45.

Alcuni circoli del Pd organizzano nel corso di questa settimana dei punti di raccolta firme: guardate gli appuntamenti sulla nostra agenda aggiornati quotidianamente.

E' ancora possibile firmare presso il proprio comune o circoscrizione di residenza, ma prima sinceratevi se questi enti sono ancora in possesso dei moduli necessari.

Ricordiamo che l’iniziativa referendaria si pone l’obbiettivo di raccogliere firme su due quesiti:

- Quesito n. 1 (blu) Propone l’abrogazione integrale di tutte le disposizioni di modifica della disciplina elettorale per la Camera e per il Senato introdotte dalla legge n. 270 del 2005. In questo modo, il quesito dà forma a una proposta che, nel 2007, era stata avanzata per primo dall’on. Pierluigi Castagnetti, della quale si era discusso in un Seminario organizzato dall’Associazione politico-culturale “Astrid”, diretta da Franco Bassanini.

- Quesito n. 2 (rosso) Di tipo “parziale”, perché abroga non l’intera “legge Calderoli” ma le singole disposizioni della stessa e, precisamente, le disposizioni che sostituiscono le due leggi approvate il 4 agosto 1993, rispettivamente n. 277 (“Nuove norme per l’elezione della Camera dei deputati”) en. 276 (Norme per l’elezione del Senato della Repubblica).

Com’è noto, queste due leggi, scritte “sotto dettatura” (come pretese il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro) della volontà popolare espressasi nel referendum del 18 aprile 1993 (il referendum Segni), introducevano, al posto della disciplina precedente (di tipo proporzionale), un sistema misto, in base al quale i seggi di Camera e Senato erano assegnati per il 75% mediante l’elezione di candidati in altrettanti collegi uninominali, e per il restante 25% con metodo proporzionale (legge giornalisticamente definita il “Mattarellum”, dal nome del deputato Sergio Mattarella, relatore del testo).

Questo secondo quesito costituisce una variante del primo ma ha il medesimo obiettivo: nel senso che, con una tecnica abrogativa mirata, disposizione per disposizione, elimina comunque la disciplina introdotta dalla “legge Calderoli” al fine di ripristinare la “legge Mattarella”.