Costi della politica, le proposte del PD. Scalfi: ripensare tutte le circoscrizioni.
"L'Adige", 26 agosto 2011
Taglio dei consiglieri ma anche dei componenti della giunta e pure delle circoscrizioni. È una sforbiciata a 360 gradi quella che il Pd cittadino propone per dare una propria, autonoma risposta al tema dei costi della politica.
Nelle prossime settimane il partito democratico presenterà ufficialmente la bozza di revisione delle strutture amministrative cittadine e poi il documento (nella parte che riguarda le circoscrizioni) sarà consegnato all'assessore Tomasi. Si tratta di una serie di proposte che modificano sensibilmente la rappresentanza e il governo del territorio, risultato di una proposta di riforma che mira ad una maggiore efficacia ed efficienza, «ma senza rinunciare - come scritto nelle quattro pagine - alla centralità della partecipazione democratica».
Il primo punto prevede la riduzione del numero dei consiglieri comunali da 50 a 35. Il Pd, dunque, vuol essere ancora più rigoroso dei «cugini» dell'Upt che nella proposta avanzata la scorsa primavera erano disposti ad arrivare fino a 40 membri. In questa maniera, ipotizzando un costo di circa 10 mila euro per consigliere all'anno, si avrebbe un risparmio di circa 900 mila euro l'anno. Altre economie si potrebbero raggiungere tagliando del 20 per cento i fondi (40 mila euro) destinati ogni anno ai gruppi consiliari e limitando i rimborsi spese ai consiglieri che risiedono fuori dal Comune (ora sono elargiti anche a chi abita fuori dalle tre circoscrizioni cittadine). In ogni caso i consiglieri comunali, secondo il Pd, dovrebbero lavorare più intensamente rispetto ad ora, almeno 4 ore (rispetto alle 3 attuali) per ogni convocazione a Palazzo Thun.
Inoltre, per evitare lungaggini inutili il Pd propone che il question time , cioè il momento riservato alle risposte della giunta a domande di stretta attualità, venga fatto prima del Consiglio o in sessioni apposite, in modo da dedicare tutta la seduta vera e propria ai temi all'ordine del giorno. «Per questo - commenta il coordinatore cittadino Giovanni Scalfi - stiamo insistendo sulla necessità di modificare al più presto il regolamento d'aula».
L'aspetto innovativo, comunque, è quello legato alla revisione della composizione della giunta. In particolare il Pd propone di ridurre a sei il numero degli assessori. Oggi in giunta siedono 8 assessori più il sindaco. Considerando (a spanne) una spesa di circa 8 mila euro per assessore (l'indennità netta è di circa 3 mila euro) il risparmio sfiorerebbe il milione di euro a legislatura. Insomma, benché l'obiettivo del Pd sia soprattutto quello di «riorganizzare la rappresentanza» queste misure avrebbero anche un discreto effetto sulle casse, ormai sempre più vuote, di Palazzo Thun.
A garantire risparmi anche la riforma delle circoscrizioni. Sul tema ha lavorato un gruppo guidato dal vicecapogruppo Andrea Robol, su impulso in particolare dei gruppi dell'Argentario (con Francesco Crepaz) e di Gardolo. L'idea del Pd è quella di cancellare i gettoni di presenza nelle commissioni, ridurre da 15 a 11 il numero dei consiglieri nelle circoscrizioni con meno di 10 mila abitanti, e da 19 a 15 in quelle più grandi. Non solo. Dal punto di vista del riordino del significato e delle funzioni delle circoscrizioni, si propone il divieto di candidarsi in più «territori» e l'abolizione del sistema per cui oggi ogni consiglio è obbligato a dare pareri anche su questioni che non interessano la propria zona. Scalfi chiede anche la revisione delle circoscrizioni cittadine, dal punto di vista dei confini e del ruolo.