"Avete il diritto ad un vostro luogo di culto"

Dorigatti a duemila musulmani riuniti a Gardolo per la cerimonia della fine del ramadan: "Non siete braccia senza diritti, fate parte di questo Trentino a pieno titolo".
R. M. Grosselli, "L'Adige", 31 agosto 2011

«Tutti hanno diritto ad avere proprie strutture per il culto». Non ha usato la parola "moschea" il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti , che ieri ha parlato davanti ad una platea di migliaia di musulmani raccolti nel palazzetto dello sport di Gardolo per la festa di fine ramadan. Ma è stato chiarissimo: «Certi diritti sono universali e nemmeno lo Stato può negarli. I diritti di cittadinanza riconosciuti dalla nostra Costituzione devono essere eguali per tutti. E, naturalmente, così deve essere anche per i doveri». Un'impressionante numero di persone si è raccolta ieri a Gardolo: millecinquecento, duemila, forse di più. Era la festa di fine ramadan e c'era l'imam Aboulkheir Breigheche . Che poco prima della cerimonia religiosa accoglie Bruno Dorigatti, chiamandolo «il nostro presidente. Dico nostro perché qui si sono riuniti molti nuovi cittadini trentini. Gente che ha dato i suoi sforzi, lavoro e sacrifici, per fare grande il Trentino». E qui l'imam presenta uno degli ultimi arrivati, Ahmad, giunto dalla Libia in guerra. «Vogliamo attraverso lui - dice - augurare a tutta la Libia che riesca a riprendere la corsa, dopo essersi liberata di un dittatore, un despota. Ahmad è un ingegnere ma allo stesso stesso un profugo... Speriamo che tutti i popoli che si stanno liberando dall'oppressione e dalla dittatura possano godere della solidarietà internazionale. Intanto grazie ai paesi europei, all'Italia, per quanto stanno facendo». E Breigheche ricorda che la comunità islamica del Trentino in questo mese di ramadan ha raccolto fondi da destinare alla Somalia, altro paese in guerra e regione che sta soffrendo una devastante carestia. Poi presenta Dorigatti: «Ecco il nostro presidente». Bruno Dorigatti non delude i presenti. Parla per cinque minuti, con fervore e convinzione. «Grazie dell'invito - attacca - che dà continuità all'incontro che ho avuto con Breigheche qualche mese fa». Poi guarda le centinaia di fedeli e fa un cenno con le braccia per comprenderli tutti: «Questo è Trentino. Un Trentino che, come il mondo, si sta e si deve aprire. Molto è stato fatto, altri passi dovranno seguire».
Quindi un augurio che ha il sapore di una promessa: «Io sono certo che Palazzo Trentini debba essere il palazzo dei trentini. Di tutti i trentini, anche di quelli nuovi. Di questi fratelli». A questo punto il presidente del consiglio va al sodo: «Certi diritti sono universali e nessun gruppo può negarli agli altri. Il primo è il diritto alla fede, al culto. Tutti hanno il diritto di disporre di strutture per il culto». I musulmani, quindi, hanno il diritto di disporre di una moschea. Parrebbe una cosa ovvia, lapalissiana. E lo è in qualsiasi paese del mondo occidentale.
Ma qui in Trentino pare che non debba essere così. Dorigatti alza la voce, crede a quello che dice: «La preghiera avvicina i popoli. Mettiamo insieme le nostre storie perché la multiculturalità arricchisce. non è vero che impoverisca una comunità». Più in là: «Se il Trentino è quello che è oggi, lo deve alla sua gente, oltre che alle istituzioni. E lo deve anche a voi». Ad ascoltare il presidente del consiglio provinciale ci sono maghrebini, africani subsahariani, pakistani e indiani, somali ed eritrei. «I diritti di cittadinanza sono eguali per tutti. E anche i doveri, chiaramente, lo sono. Io non ritengo che l'Occidente abbia bisogno di braccia senza diritti».
Alza ancor più la voce Dorigatti: «Non è tollerabile, queste braccia non sono merce. Voi all'economia, al sistema pensionistico avete dato: anche voi avete costruito il benessere di questa terra. A cui anche voi dovete accedere». C'è silenzio nel "tempio" e il presidente si rivolge ora all'Imam Breigheche: «Invitatemi anche il prossimo anno a questo incontro di fine ramadan. Vedremo se si saranno fatti dei passi in questo senso, verso l'integrazione». La risposta dell'imam è immediata: «Un segnale positivo, possiamo lavorare tutti assieme, collaborare convivere. Costruiamo la civiltà dell'uomo, di tutti gli uomini. No alla civiltà delle divisioni e dell'odio!». Breigheche alla fine fa dono a Dorigatti di una raffigurazione in metallo di un cammello e di una palma: il primo rappresentando pazienza, sacrificio nella costruzione della civiltà dell'uomo, la seconda come simbolo musulmano di prosperità. «Augurando al Trentino tutta la prosperità possibile».