COSTI DELLA POLITICA: sì alle autoriduzioni

Devo dire, sinceramente, che non avevo nessun desiderio di intervenire sul tema della riduzione degli stipendi dei Consiglieri provinciali che sta occupando, ormai da tempo, le pagine dei quotidiani.
Ma, vista qualche dichiarazione, apparsa recentemente, e conoscendo, almeno un po', l'ambiente della politica, provo ad aggiungere qualcosa anch'io.
Renato Veronesi, 12 agosto 2011

Quando si parla di costi della politica bisogna essere consapevoli che il fare politica ha, da sempre, un costo.
Se si volessero eliminare tutti i costi, paradossalmente, andrebbe eliminata la politica (...o lasciata ai soli ricchi...).
Siccome, ad oggi, non si saprebbe come e con cosa sostituirla si è "costretti" a tenersela.
Credo siano veramente pochi quelli che ritengano che una società od una comunità potrebbe fare a meno della politica.
Vero è, però, che si potrebbero limitare, il più possibile, gli sprechi.
Ma in che modo?
Ci sono tante persone, fuori e dentro la politica, che stanno dando suggerimenti ed esempi.
Uno per tutti: il Presidente Napolitano.
Ma grazie anche alle campagne di disinformazione, più che di informazione, che fanno, spesso, televisione e carta stampata, si mescolano alle tante persone serie, schiere sempre più folte di improvvisati Catone (...che sia il Censore o l'Uticense, poco importa...) che partono.... all'arrembaggio.
Nell'immaginario collettivo quando si pensa agli sprechi in politica si pensa, subito, ai privilegi e benefici di cui godono parlamentari e consiglieri provinciali e regionali.
Partire da qui, per chiedere di contenere i costi, ritengo sia giusto.
Anche chiedere di ridurre i loro stipendi e le indennità degli amministratori locali non è sbagliato.
Anzi, a mio avviso, è buona cosa.
A patto, però, che si sia consapevoli che queste richieste rappresentano, sempre e solo, una scorciatoia perchè gli sprechi, in politica, sono soprattutto altri: un lungo elenco che vi risparmio, anche perche lo do per già conosciuto.
Quello che, invece, voglio dire è che sui costi della politica si deve agire, intervenendo con intelligenza (...se c'è...) e buon senso (... anch'esso se c'è...), per evitare, il più possibile, che una cosa seria, anzi serissima, si trovi ridotta, suo malgrado, ad essere:

1. Un mero slogan populistico: "politici tagliatevi lo stipendio!"
    -  che ritorna ciclicamente e fa felice l'antipolitica.
2. Un tema che viene facilmente rimosso
    - anche perchè buona parte di coloro che fanno la voce grossa e chiedono, con forza, il taglio degli stipendi non è in buona fede.
La storia dimostra, infatti, come spesse volte chi chiede tagli, una volta che riveste un ruolo pubblico, alla stessa richiesta faccia orecchie da mercante.
3. Un esercizio di demagogia
    -  proprio di alcuni cittadini e, soprattutto di alcuni politici esperti nel manifestare, su qualsiasi cosa, un'atteggiamento propagandistico utile solo al loro tornaconto elettorale.
4. Una politica gattopardesca
    - condotta, oggi come in passato e a Trento come a Roma, con mozioni, ordini del giorno o, disegni di legge che, siccome innovano solo apparentemente, ovviamente non toccano la sostanza delle cose.

E' vero che abbiamo avuto politici che credevano in un'azione di sobrietà, ma anche quelli che simulavano buoni sentimenti ed intenzioni lodevoli. Della serie: faccio, nelle sedi competenti, una proposta di riduzione dei compensi con la speranza che i miei colleghi me la boccino. Risultato: io rimedio un bella figura, mantengo il conquibus e gli altri passano per mezzi delinquenti. Ma questi ultimi, nel gruppo, si fa fatica a scorgerli ed alla fine coloro che econo buggerati sono tutti quelli che credevano in una possibile azione di sobrietà.
In attesa di leggi, leggine, disposizioni, circolari, che disciplinino tutta la materia, c'era, e c'è, solo un modo per un politico che riceve uno stipendio o per un amministratore che riceve un'indennità per testimoniare, se lo vuole, un'azione di sobrietà: l'autoriduzione.
Ed io, di autoriduzioni, in questi anni (ricordo che il tema delle riduzioni non parte da oggi), ne ho visto molto poche.
Soprattutto all'indomani della Legge Regionale, approvata qualche anno fa, che determinava le indennità di carica di Sindaci ed Assessori comunali.
Anche perchè, su questo fronte, la politica ed i partiti di appartenenza c'entrano relativamente.
C'entra, principalmente, la sensibilità dei singoli.
Singoli, ai quali si chiede di ricordare che un politico, a qualsiasi livello, è un cittadino a cui altri cittadini delegano, per un periodo breve o lungo che sia, la gestione della cosa pubblica. E che, per questo, viene retribuito.
E se chi ti delega è economicamente in difficoltà e ti chiede delle rinunce, è necessario dare risposte.
Partendo, prima di tutto, da se stessi.