«Meno amministrazione e più idee, altrimenti il sistema potrebbe incagliarsi. I contributi lasciamoli gestire ai comuni»."L'Adige", 8 agosto 2011
È uno stimolo più che una critica quello dell'assessore provinciale Alessandro Olivi nei confronti della Comunità della Vallagarina, dal suo presidente Stefano Bisoffi fino all'ultimo dei consiglieri. Uno sprone, di fronte a quanto (poco) è stato fatto in questi primi quattro mesi di operatività, «ad alzare il livello della discussione, a diventare il luogo del dibattito, la fucina di una progettualità che in capo alla Provincia è troppo lontana dai cittadini ed in capo ai Comuni sarebbe troppo frammentata». Come raccontavamo sull' Adige di ieri, dal giorno in cui è diventata operativa la Comunità (1° aprile 2011) ha assegnato contributi ed incarichi per 227 mila euro, frazionati in una serie di progetti che vanno dall'ideazione del logo al sostegno delle varie sagre. «Indubbiamente le Comunità funzionano anche in base ai mezzi che hanno», commentava ieri l'assessore Olivi senza entrare nel merito delle scelte fatte fino ad ora. «Certo però - continua nel suo ragionamento - che anche in una fase in cui non abbondano le risorse, questi enti devono esprimere una loro anima politica, attribuirsi un ruolo di fonte di progettualità per quanto riguarda il governo del territorio. Dalla Comunità della Vallagarina in questo senso mi aspetto che vengano individuati gli assi principali su cui deve investire, i tre quattro progetti chiave per rendere più coeso il territorio anche nel rapporto con la provincia». Se volessimo semplificare il tutto in uno slogan, per Olivi suonerebbe così: «Meno amministrazione e più politica». «Se viene meno questa funzione delle comunità di valle e ci si fa prendere dalla volontà di fare - spiega - finisce che sul lungo periodo questo sistema potrebbe incagliarsi. I contributi lasciamoli gestire ai Comuni. E per fare questo servono volontà e capacità di elaborare idee e proposte, non servono soldi». L'assessore provinciale individua anche quella che ritiene la caua principale di questa situazione di stallo: «Una delle motivazioni per cui non si è fatto molto fino ad ora è che si respira ancora un'aria da Comprensorio. Ma la realtà è che ci troviamo di fronte a una comunità diversa da tutte le altre, l'unica che ha al suo interno una città. Nessuno ha mai affrontato questo nodo. Rovereto deve veder riconosciute le sue funzioni, bisogna avere la forza di mettersi attorno ad un tavolo per risolvere questa questione con un patto tra la città ed il resto del territorio. Anche per questo non è un limite per la Comunità della Vallagarina, ma una ricchezza da sfruttare».
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