"Ci hanno allestito il Giro sotto il naso"

Il sindaco Miorandi attacca la Provincia: "Non sapevamo nulla della tappa in città". Il primo cittadino nega che ci sia in atto una crisi di giunta e sulla gara ciclistica padana della Lega Nord accusa l'assessore Provinciale al Turismo Tiziano Mellarini.
N. Guarnieri, "L'Adige", 6 agosto 2011

La tappa roveretana del Giro della Padania sta diventando un vero e proprio caso politico. Anche perché, nonostante il Comune - attraverso il vicesindaco Daicampi e l'assessore Frisinghelli - abbia incontrato gli organizzatori che chiedevano di ospitare la corsa ciclistica della Lega Nord, Andrea Miorandi continua a professarsi contrario alla manifestazione sportiva, «perché è politica del Carroccio cammuffata da sport».
La conferenza stampa di presentazione dell'evento, però, è stata fatta già a fine luglio a Milano. E sul tabellone del percorso il nome di Rovereto svettava come partenza dell'ultima tappa.
«È vero che hanno fatto una conferenza stampa dando per scontato che Rovereto ci fosse. - conferma il sindaco - Ma io non ne sapevo niente e non sono riuscito a mettermi in contatto con la segreteria del senatore della Lega Davico, l'organizzatore».
In Provincia, in particolar modo l'assessore al turismo Tiziano Mellarini, dicono che l'ok è arrivato dal Comune. «Da parte mia mi sono trovato una lettera stampata, e arrivata via mail dalla segreteria del senatore Davico e datata 23 luglio, lunedì mattina». Una lettera di conferma della presenza di Rovereto al Giro della Padania? «In verità si tratta di un elenco di cosa deve fare la città di Rovereto: corso Bettini sgombero da macchine, wc chimici posizionati lungo il percorso».
Una missiva puramente tecnica, quindi? «Soprattutto tecnica ma anche una lettera in cui chiedono il patrocinio del Comune e di non pagare l'occupazione del suolo pubblico. Poi c'è scritto che arriveranno 80 pullman, 3 elicotteri della Rai che noi dobbiamo far atterrare. Ci sono anche indicazioni sulla partenza, con la passerella in corso Bettini, uscendo dal Mart, e poi la partenza ufficiale della tappa da piazza del Podestà. Questo è l'unico documento ufficiale che è arrivato dagli organizzatori per conto della segreteria del senatroe Davico della Lega Nord».
A Trento, però, parlano di contratti firmati dal vicesindaco Daicampi e dall'assessore allo sport Frisinghelli. È così? «Non esistono contratti firmati da assessori o dirigenti. Questo è l'unico atto. Non esiste un conchiuso di giunta e nemmeno una delibera che parlino del Giro della Padania: non c'è alcun atto formale».
E l'incontro del 13 giugno in municipio tra organizzatori, assessori e Trentino Marketing? «C'è stato effettivamente un incontro dei tecnici comunali e dell'assessore Daicampi per prendere atto che dovevamo organizzare questa cosa ma mai è stata chiesta ufficialmente la disponibilità della città di Rovereto di ospitare il Giro della Padania».
E cos'era allora quella riunione? «Una riunione di verifica tecnica. Alcuni servizi e l'assessore Daicampi hanno ricevuto la richiesta di sopralluogo per pianificare l'evento ma a quella data era già stato deciso di fare tappa a S. Valentino e Rovereto. A nostra insaputa, ovviamente. Da quell'incontro di valutazione tecnica del 13 giugno ci siamo trovati la scelta fatta e confezionata».
Ma qualcuno avrà pure deciso che la tappa partiva da Rovereto. O no? «A decidere sono stati l'assessore Mellarini e la Provincia».
Nessun colpo basso in giunta, dunque? Non è che ci sia una frattura tale per cui qualcuno lavora per conto proprio? «Assolutamente no, non c'è alcuna spaccatura in giunta: ci sarebbe stata se qualcuno avesse imposto la scelta. Questa mattina (ieri, ndr) mi sono confrontato con i due assessori Daicampi e Frisinghelli ed entrambi sono d'accordo con me, abbiamo una posizione comune e siamo affranti per queste informazioni che arrivano con il contagocce da parte degli organizzatori».
Insomma, vi siete trovati inseriti in una corsa per ciclisti professionisti senza saperne nulla? «Già, dispiace perché trovarsi una manifestazione di questo tipo nella città senza sapere nulla non va per niente bene».
E lei è contrario a questo Giro, giusto? «Per la connotazione politica che riveste non per altro. Anche se mi dicono che è stato fatto un ragionamento di valutazione sportiva perché i campionati mondiali di ciclismo sono imminenti e la corsa sarà seguita dal ct Paolo Bettini. La Provincia a quel punto ha fatto un ragionamento di opportunità ma, ripeto, senza coinvolgerci».
L'assessore Mellarini sostiene l'esatto contrario: prima ha deciso il Comune e poi è stato coinvolto Trentino Marketing. «Mellarini parla a vanvera e comunque mi mostri gli atti ufficiali, se ne trova. L'unico atto è quella lettera della segreteria del senator Davico arrivata a me e al vicesindaco. Frisinghelli ha solo prestato i suoi tecnici ai sopralluoghi di giugno ma tutto il comparto sportivo non c'entra visto che i contatti sono stati solo con l'assessorato al turismo. Tant'è che nemmeno Marta Dalmaso sa niente, si è mosso solo il turismo».
E quindi anche l'assessore comunale Gianpaolo Daicampi? «Daicampi mi ha assicurato che dopo quell'incontro-sopralluogo di giugno c'è stato silenzio tombale. A questo punto che qualcuno mi dica dove stanno le carte che dicono che il Comune dà il suo assenso alla manifestazione».
Adesso, però, il Giro della Padania le chiede il patrocinio. Che farà? «Il patrocinio non lo darò mai e quindi mi auguro che non ci sia in giro materiale pubblicitario stampato con il logo di Rovereto perché sarebbe un abuso».
Allora vieterà il passaggio della carovana «verde» in città? «Non possono farlo ma posso assicurare che non impegnerò spese pubbliche per la manifestazione anche se il contribuente roveretano dovrà pagare per il personale di polizia locale che, per ragioni di sicurezza, sono costretto a schierare».
Quindi, ancorché controvoglia, ci sarà una forma seppur minima di collaborazione? «Ho dato incarico ai servizi tecnici e agli assessori competenti di capire cosa noi siamo tenuti a fare per norma. Se, per legge, dobbiamo installare i servizi igienici lo faremo ma se non c'è l'obbligo che si arrangino gli organizzatori. Anche sul tracciato e sulla chiusura delle strade faremo un vertice con la polizia locale e la questura».
E sulla sopraffazione provinciale rispetto al Comune che pensa? «Dispiace trovarsi con una scelta fatta. Direi di sì visto che io non ho carte in mano, l'unica ufficiale è quella di lunedì che mi chiede di predisporre la città ma la Provincia non mi mai detto niente: non c'è richiesta della Trentino Marketing o di qualsivoglia assessorato a chiedere a Rovereto disponibilità ad ospitare la tappa ma è stato fatto solo un sopralluogo di fattibilità tecnica».
Ma non potete rimandare tutto al mittente e, quel giorno, lasciare che gli organizzatori si arrangino? «Il Giro ce lo siamo trovato addosso ma a noi tocca comunque garantire il minimo indispensabile per garantire la sicurezza. Non condividiamo la gara e non l'appoggiamo ma non è possibile starne fuori. Comunque non spenderò un solo euro oltre il dovuto e, non a caso, non c'è nessuna determina dirigenziale che indica una spesa ad hoc».
Concederà anche il vernissage al Mart? «Se partono dal Mart non sono io a deciderlo, chiederanno ll'assessore provinciale alla cultura Panizza se è disponibile a concederlo».
Ha in mente una protesta formale? «Lunedì scriverò una lettera ufficiale agli organizzatori dicendo cosa possiamo fare come città di Rovereto e ricordando a grandi lettere che io non concederò il patrocinio. E questo perché non è una manifestazione sportiva ma politica ancorché cammuffata da sport».