No secco di Pd, Upt e Patt a interventi sulla norma elettorale per risparmiare. Zeni: "E' una materia molto delicata, se si inizia a metterla in discussione su un punto si rischia di aprire un vaso di Pandora".
L. Patruno, "L'Adige", 1 agosto 2011
La parola d'ordine nella maggioranza è: non toccare la legge per l'elezione dei consiglieri provinciali e del presidente della Provincia, perché se ci si mette mano si sa come si comincia ma non si sa dove si fa a finire. Oggi i capigruppo in consiglio provinciale della coalizione che governa in Provincia si ritroveranno come ogni lunedì e si discuterà delle proposte emerse anche da alcune voci della maggioranza per tagliare i costi della politica e tra queste il disegno di legge presentato dall'iniziativa personale di Caterina Dominici (Patt), Margherita Cogo (Pd), non concordata con i rispettivi partiti, e Bruno Firmani (Italia dei valori) di eliminare l'incompatibilità tra il ruolo di assessore e quello di consigliere provinciale. Il regime attuale prevede che i consiglieri provinciali nominati assessori lascino il posto in consiglio al primo dei non eletti potendo però sempre tornare consiglieri nel caso di dimissioni dalla giunta (la cosiddetta porta girevole).
I tre consiglieri di maggioranza vorrebbero eliminare l'incompatibilità essenzialmente per esigenze di risparmio di costi della politica, così non si deve pagare l'indennità al consigliere supplente dell'assessore. Ma difficilmente questa modifica, che da tempo anche il centrodestra propone senza successo, troverà spazio di discussione da qui alla fine della legislatura. Lo dicono chiaro i rappresentanti dei principali partiti di maggioranza.
Sulla legge elettorale ha presentato una proposta di modifica anche Mauro Ottobre (Patt) per alzare la soglia di sbarramento al 5% e, ha dichiarato, dare l'occasione per aprire la discussione sul limite di mandati per il presidente della Provincia, che impedisce a Lorenzo Dellai di ricandidarsi nel 2013.
«La legge elettorale - sostiene Luca Zeni , capogruppo del Pd, - è una materia molto delicata se si inizia a metterla in discussione su un punto si rischia di aprire un vaso di Pandora, che poi diventa difficile riuscire a gestire. Innanzitutto, la questione dell'incompatibilità non può essere affrontata sulla base di esigenze di risparmio perché ha altre motivazioni e se l'obiettivo è tagliare i costi della politica ci sono altri modi per farlo. La materia elettorale va affrontata in modo organico e come Pd abbiamo sempre detto che non riteniamo che sia il caso di mettere mano alla legge». «Nelle ultime settimane - prosegue Zeni - si e notato un certo sfilacciamento in maggioranza con prese di posizione di singoli che vengono portate avanti senza una visione organica e questo non fa bene alla coalizione soprattutto a fronte di un'opposizione che ha scelto la linea dell'ostruzionismo e ogni occasione è buona».
Giorgio Lunelli , capogruppo provinciale dell'Upt, è sulla stessa linea, e dice: «Abbiamo sempre detto che la legge elettorale è basata su un delicato equilibrio; la modifica non è un tabù ma riteniamo che non sia il caso di aprire la discussione su singole questioni, come la soglia o le incompatibilità, aprendo il fianco a possibili blitz sui limiti di mandato del presidente o sugli assessori tecnici che non riteniamo opportuni. Si parte da una palla di neve e si rischia la valanga. Purtroppo, anche in maggioranza quando ci si avvia alla seconda parte della legislatura ci sono consiglieri che iniziano a volersi distinguere con iniziative personali. Dobbiamo fare uno sforzo di coesione».
Il segretario del Patt, Ugo Rossi , è netto, benché proprio da due consiglieri autonomisti, Ottobre e Dominici, vengano le proposte di modifica: «Abbiamo cose più importanti di cui occuparci che della legge elettorale. Argomento chiuso».