Nella prima interrogazione si chiedono delucidazioni sul fatto che “l’Azienda Sanitaria è senza Comitato Bioetico da quattro mesi”. Nella seconda interrogazione vengono chiesti chiarimenti in merito a “Trasparenza e assunzione di pareri nelle delibere dell’Azienda Sanitaria”.R. Bortolotti, 28 maggio 2011
1) (Scarica il testo in allegato) Il consigliere Civico ricorda che il comitato bioetico dell’Azienda Sanitaria ha un compito importante: lo stesso regolamento di organizzazione approvato dall’APSS attribuisce a questo organismo “il compito di esprimere valutazioni di carattere etico su situazioni specifiche della pratica assistenziale in cui la gerarchia dei valori e degli interessi coinvolti non è risolta sul piano della regolamentazione giuridica e/o deontologica.”
Il Comitato è tenuto ad esprime valutazioni su temi estremamente sensibili e delicati, come possono essere quelli legati alla scelta individuale di sottoporsi o meno a precisi trattamenti sanitari o le modalità di intervento su soggetti non autosufficienti.
E’ l’organismo che sostiene e orienta il lavoro dei sanitari, su ambiti che possono davvero porre il singolo professionista di fronte a dubbi profondi. Proprio per questo motivo è previsto che il comitato debba anche pronunciarsi su casi specifici e in situazione di urgenza. Ciò premesso è evidente che una sanità moderna, una azienda che mette al centro il cittadino e si sforza di mettere nelle condizione i sanitari di fare al meglio il proprio lavoro, non può fare a meno di un organismo di questo tipo. Però il Comitato di Bioetica dell’ Azienda Sanitaria non c’è: infatti i membri che lo componevano hanno presentato infatti le dimissioni in blocco con lettera datata 6 aprile c.a. e a tutt’oggi nessuno di loro è stato chiamato dalla direzione per verificare le possibilità di ricomposizione.
Era composto da professionisti sanitari, docenti universitari ed esponenti della società civile. La presidenza era affidata al prof. Carlo Casonato, docente di diritto presso l’Università di Trento e tra l’altro membro del comitato etico della Provincia di Bolzano. Si trattava, senza ombra di dubbio, di un comitato di bioetica autorevole.
Sembra che il comitato non sia stato messo nelle condizioni di fare fino in fondo il proprio lavoro: sarebbero state “congelate” da parte della direzione generale dell'Azienda alcune nomine che avrebbero garantito il funzionamento del comitato assicurando il numero legale; sarebbe stato di fatto impedita la pubblicizzazione e diffusione dei pronunciamenti e delle posizioni assunte dal comitato (sul sito dell’azienda non v’è traccia né del Comitato né dei 3 pronunciamenti assunti nell’ultimo anno e che riguardavano temi come il fine vita o la contraccezione d’urgenza e l'aborto farmacologico).
Sulla base di queste informazioni il consigliere Mattia Civico ha interrogato il Presidente della Provincia e l’Assessore competente
a) per avere una puntuale ricostruzione della vicenda che ha portato alle dimissioni, convocando i soggetti interessati ad un tavolo per ricomporre le eventuali controversie;
b) se non si ritenga urgente che la direzione dell'APSS ripristini il comitato bioetico a partire dai professionisti dimessisi, verificando la loro disponibilità a riprendere il lavoro interrotto;
c) se non si ritenga doveroso ed utile dare diffusione sul sito dell'Azienda dei pronunciamenti del Comitato, per promuovere dentro e fuori l’Azienda una cultura e un approccio eticamente rispettoso delle volontà del paziente e di supporto, orientamento e tutela dei sanitari.
2) (Scarica il testo in allegato). Nel marzo 2011 la direzione dell’APSS ha deliberato il regolamento organizzativo, che ridisegna gli assetti dell’Azienda Sanitaria a cui si sono succedute le delibere conseguenti di nomina di ruoli apicali e di organizzazione di alcuni Servizi. Da ultima la delibera di riorganizzazione del Servizio Cure Palliative. Presumibilmente altre delibere seguiranno in materia di organici delle varie strutture e definiranno, nell’assetto della Rete Ospedaliera Provinciale, i rapporti fra Ospedali e Distretti, declinando nel concreto il disegno organizzativo prefigurato nella riforma sanitaria approvata lo scorso anno.
Le delibere dell’Azienda Sanitaria entrano sempre più nel dettaglio, definendo posizioni organizzative, primariati, dipartimenti, nuclei operativi. Ed entreranno nel merito della definizione degli organici definendo puntualmente ruoli e mansioni in questo nuovo assetto complessivo.
Le scelte che si stanno compiendo entrano sempre più nel tema della qualità clinica e quindi del servizio offerto al cittadino. Il definire le posizioni organizzative per professioni sanitarie e a presidio di quali ospedali, ha implicazioni sulla qualità del servizio offerto.
L’art. 37 della LP 16/2010 “Tutela della salute in Trentino” prevede al comma 3 che le delibere di organizzazione debbano essere approvate previo parere del collegio del governo clinico che, come definito dall’articolo 36 della suddetta legge, è composto dal direttore sanitario, dal direttore dell’Integrazione Socio-Sanitaria, dai direttori di dipartimento, da un dirigente per ciascuna delle aree della dirigenza sanitaria infermieristica, ostetricia e psicologia clinica.
Inoltre l’articolo 8 prevede l’istituzione del consiglio dei Sanitari, composto dai rappresentanti di tutte le professioni sanitarie, per favorire un ampio coinvolgimento delle competenze e responsabilità presenti nel nostro sistema sanitario e per accompagnare l’esecutivo nelle scelte di natura tecnico-scientifica.
Alla luce di quanto premesso il consigliere Mattia Civico ha interrogato il Presidente della Provincia e l’Assessore competente, per sapere:
1 ) se le delibere afferibili al regolamento organizzativo sono state assunte previo parere del collegio per il governo clinico e si chiede estratto dal verbale dal quale si evinca il parere espresso;
2) se attualmente è in funzione il consiglio dei sanitari previsto dall’articolo 8; della LP 16/2010
3) se non si ritenga opportuno dare disposizioni alla APSS di pubblicare sul sito istituzionale le delibere del comitato di direzione e del direttore Generale.
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