La manovra è macelleria sociale

Da tempo il nostro Paese è soggetto ad attacchi sui mercati internazionali, ma quanto è successo nei giorni scorsi è apparso fin dal primo momento in tutta la sua gravita'. Il Presidente Napolitano ha fatto appello a queso proposito al senso di responsabilità dei partiti, rivolgendosi in particolare alle opposizioni, invitandoci a dare una pronta risposta che possa servire a sostenere la nostra credibilità ed affidabilità.
Laura Froner, "Corriere del Trentino", 16 luglio 2011

Il Partito Democratico ha risposto convintamente alla richiesta del Capo dello Stato impegnandosi, assieme agli altri gruppi dell'opposizione, ad accelerare i tempi di approvazione della manovra per fronteggiare le minacce provenienti dall'esterno.
Ma deve essere chiaro che l'impegno assunto e' a favore del Paese e non del Presidente del Consiglio e non significa assolutamente una condivisione dei contenuti di una manovra che può essere definita in tutto e per tutto un atto di "macelleria sociale".
Il nostro Paese non meritava il trattamento che la speculazione internazionale ci ha riservato, ma  non meritava nemmeno una manovra cosi iniqua, dura e fragile allo stesso tempo; una manovra che scarica la scure dei tagli sui redditi medi e bassi, sulle famiglie e sugli enti locali senza la contropartita dello sviluppo: una manovra che prevede, tra l'altro, l’introduzione dei ticket sanitari già da lunedì prossimo, l’aumento del bollo sui titoli, l’aumento dell’accisa sulla benzina, il blocco delle pensioni; una manovra cui va aggiunta la clausola di salvaguardia che prevede ulteriori tagli per 20 miliardi, 12 dei quali verrebbero prelevati dal lavoro dipendente e dalle famiglie.
Eppure le alternative ci sarebbero. Un serio piano di liberalizzazione, una quota selezionata e ragionevole di patrimonio pubblico da alienare, una politica delle concessioni più seria della norma pasticciata proposta per l’ANAS, un serio piano di revisione della spesa corrente. Il Governo non ha fatto niente di tutto questo, così come si è rifiutato di accogliere le proposte avanzate unitariamente da tutte le forze dell’opposizione per ridurre seriamente e non demagogicamente i costi della politica.
Queste sono alcune delle ragioni che motivano la netta contrarietà del Partito Democratico verso la manovra, consentendo pur tuttavia un rapido iter di approvazione nella speranza che ciò possa servire ad evitare il tracollo del Paese. Ma come ha detto il Presidente Napolitano altre sfide ci attendono. Ed il problema più grave e' che questo Governo agonizzante, dopo aver negato per tanto tempo l'esistenza della crisi ed aver piu volte dichiarato che ne eravamo usciti, si dimostra ogni giorno più incapace  di affrontare ciò che abbiamo di fronte. Dobbiamo riacquistare la fiducia nel futuro e ripartire coraggiosamente con una nuova squadra che fornisca al Paese nuovi strumenti e vere riforme che agiscano in modo efficace e permanente sul contenimento della spesa pubblica senza mortificare la crescita, unica condizione che ci può permettere di uscire definitivamente dal debito.
Il senso di responsabilità del PD non si esaurisce quindi con l’atteggiamento assunto per quanto riguarda i tempi di approvazione della manovra, ma continua conseguentemente con la richiesta al Governo di farsi da parte subito dopo.
Solo cosi, lasciandosi alle spalle i protagonisti di una politica sbagliata, potremo aprire una fase politica nuova, che potrà consentire all’Italia di ritrovare la speranza nel futuro.