Il tema dei rifiuti è sempre più centrale nella vita delle comunità. Sono la conseguenza di un modello di sviluppo che vede nel consumo dei beni uno dei suoi principi, con conseguenze rilevanti sul piano sociale, economico e sul rapporto che l'uomo vive con il mondo del quale è parte.
di Luca Zeni, 15 luglio 2011
Le contraddizioni del modello si stanno rendendo sempre più evidenti negli ultimi anni, e con fatica si sta diffondendo nei cittadini la consapevolezza che occorre cambiare alcuni paradigmi.
Uno di questi riguarda l'anello finale, i rifiuti. Occorre un approccio coraggioso e realistico al tempo stesso.Coraggioso perchè si deve lavorare a fondo per ridurre alla fonte imballaggi, soprattutto quelli non riciclabili ma non solo, perchè la differenziata è fondamentale e da potenziare ma comporta comunque costi economici e ambientali.
Realista perchè si deve comunque chiudere il ciclo. Abbiamo la responsabilità di assumere decisioni anche impopolari, ma che consentano di gestire con tranquillità i rifiuti nei prossimi decenni. Questo significa che si deve procedere alla realizzazione degli impianti di smatimento dell'umido, concordandoli con le comunità locali ma superando la logica del nimby alla quale spesso si assiste.E si deve affrontare senza lungaggini il tema del termovalorizzatore, senza precludere nessuna ipotesi (ma lascia perplessi la scelta di "chiudere" alle tecnologie che non hanno già una applicazione industriale consolidata: con questo principio vivremmo ancora di sola pastorizia) ma procedendo con efficacia.
- il TESTO DELL'INTERROGAZIONE
- il TESTO DELLA RISPOSTA
- l' ARTICOLO "Discariche, posto per un anno e mezzo" (D. Battistel, "L'Adige", 14 luglio2011