Cogo al Muse - "Autocandidatura, il partito non è coinvolto"

"Quello che ha fatto Margherita l'ha fatto a suo nome. Non è pensabile chesi possano sovrapporre ruoli istituzionali e presidenze: per noi èun criterio fondamentale".
D. Battistel, "L'Adige", 14 luglio 2011

Nonostante sia stata una delle giornate meteorologicamente più calde dell'intera estate ieri nelle vene dei notabili del Partito democratico è sceso il gelo. L'autopromozione della consigliera provinciale Margherita Cogo alla guida del Muse ha creato un forte imbarazzo.
«Nessuno dentro il partito ne era a conoscenza» rivela candidamente il vicesegretario Roberto Pinter. La lunga esperienza in politica gli ha fatto vivere moltissime situazioni delicate nelle quali è importante calibrare bene le parole.
Pinter, il Pd era d'accordo sulla candidatura della Cogo? Ripeto che dentro il partito non se n'era mai parlato. Non so dentro il gruppo, ma di sicuro al partito no.
Ma il Partito democratico potrebbe accettare che una propria esponente, ricopra un doppio incarico? Da tempo noi abbiamo adottato un criterio molto chiaro per quanto riguarda le nomine: non è il partito a farle ma la giunta provinciale. Quindi il problema non ci riguarda.
Ma non la preoccupa il danno d'immagine che potrebbe subire il partito? C'è da dire che il Pd non è affatto coinvolto nella questione e che quello che ha fatto Margherita Cogo l'ha fatto soltanto a suo nome. È anche vero, però, che la posizione e le iniziative di chi fa parte di un partito e ha un ruolo istituzionale in qualche modo si riflettono sul partito.
Ma il Pd è favorevole alla Cogo presidente del Muse? Di sicuro non è pensabile che si possano sovrapporre ruoli politici istituzionali e presidenze di enti: la separazione dei ruoli è un criterio fondamentale per il partito.
Non per nulla il Pd ha fatto grandi battaglie sul tema. Sulla partita nomine c'erano grandi aspettative ma poi, nonostante i paletti messi, si è andati avanti col vecchio metodo. Ma di questo è Dellai che deve prendersi le sue responsabilità.