Se restano in piedi entrambe le iniziative referendarie, una per il proporzionale e l'altra maggioritaria, il segretario del Partito Democratico del Trentino sosterrà la seconda. Nicoletti sulla legge elettorale sta con Tonini: "Mattarellum se il Parlamento non decide".
L. Patruno, "L'Adige", 8 luglio 2011
Due referendum contrapposti per modificare il «porcellum», l'attuale legge per l'elezione di deputati e senatori, stanno squassando il Pd. Il segretario nazionale Pier Luigi Bersani per tentare di tenere insieme i pezzi ha esortato entrambe le parti promotrici dei referendum a rinunciare all'iniziativa, con la motivazione che un partito le sue proposte le presenta e cerca di farle passare in Parlamento. Sta di fatto che per ora nessuno gli ha dato retta.
Da una parte c'è l'ex senatore Stefano Passigli, che si dice sia sostenuto dai «dalemiani» - anche se Massimo D'Alema ha smentito - che propone un referendum per tornare al proporzionale puro, eliminando il premio di maggioranza; dall'altra un gruppo formato da svariati big tra cui Rosy Bindi, Walter Veltroni, Arturo Parisi, Pierluigi Castagnetti, il costituzionalista Stefano Ceccanti e il senatore trentino Giorgio Tonini, che puntano alla «reviviscenza» della precedente legge elettorale, il «mattarellum», che era un sistema misto, su collegi uninominali, maggioritario per il 75% dei seggi e proporzionale per il 25%.
Michele Nicoletti, segretario del Pd del Trentino, condivide la linea del segretario Bersani sullo stop alla guerra tra referendum, ma se dovessero essere depositati entrambi, si schiera senza dubbi con la sua amica Bindi e il senatore trentino Tonini, che puntano al ritorno al maggioritario ed è pronto a coinvolgere i circoli del Pd nel passare l'estate a raccogliere firme per consentire al referendum elettorale di potersi svolgere nella primavera prossima.
Segretario Nicoletti, il Pd si divide sui referendum per cambiare la legge elettorale. Lei con chi sta? Come segretari regionali ci siamo trovati a Roma e sul referendum Passigli da parte di tutti c'erano molte perplessità perché è fortemente proporzionalista e non è in linea con la posizione del Pd. Il partito ha scelto un maggioritario a doppio turno e ultimamente si discute su una percentuale proporzionale. Questa è la proposta depositata in Parlamento.
Ma in Parlamento nessuno vuole cambiare la legge elettorale. Berlusconi lo ha ripetuto anche oggi (ieri per chi legge, Ndr.). Il referendum non è una strada percorribile? È vero che se non si riesce in Parlamento il referendum per ripristinare il mattarellum è quello che più si avvicina alla proposta del Pd. È vero che il referendum è uno strumento dei cittadini, perché i partiti dovrebbero fare le leggi in Parlamento, ma capisco i promotori se vogliono coinvolgere i circoli del Pd per raccogliere le firme visto che i tempi sono strerri e noi abbiamo un'organizzazione.
Pensa che i circoli del Pd del Trentino si daranno da fare per raccogliere le firme per il referendum sul mattarellum? Ne discuteremo insieme. Ma certo se rimane il referendum Passigli non si può lasciare solo perché è peggio del «porcellum».
Il Pd nazionale nei giorni scorsi si è diviso anche sul voto in Parlamento per l'abolizione delle province proposto dall'Italia dei valori. L'indicazione di astenersi non è stata condivisa da una parte, tra cui Walter Veltroni ed altri. Lei cosa avrebbe fatto se avesse dovuto votare? È vero che non si possono abolire le province con un agguato ma servirebbe un disegno di legge che spiega come si eliminano le province e chi fa cosa, però in politica a volte succedono delle cose che non si programmano. E a fronte di un voto come quello il Pd avrebbe dovuto dare un segnale perché nel Paese abbiamo davanti a noi due-tre anni di tagli pesanti per tutti e se non si danno dei segnali a cominciare dei costi della politica i cittadini non capiscono.
"L'HO PROMESSO AL MIO COLLEGIO"
Tonini: il referendum può sbolccare la situazione.
«Avremmo già dovuto depositare il referendum, poi Bersani ci ha chiesto di non fare casino e abbiamo risposto che ci fermiamo solo se Passigli ritira il suo referendum».
Il senatore Giorgio Tonini è tra i dirigenti del Pd nazionale che hanno preso l'iniziativa di proporre un referendum per il ritorno al maggioritario, ovvero alla legge elettorale chiamata «mattarellum», precedente all'attuale.
«Se non lo avessimo fatto - spiega Tonini - lasciando solo il referendum Passigli sarebbe stato come presentarci agli elettori dicendo: volete tenere questa legge elettorale o ne volete una peggiore?» «Io - prosegue Tonini - voglio tornare ai collegi uninominali perché nel 2006 sono stato eletto in quello di Trento e val di Non quando nel resto d'Italia si votava con il «porcellum» e noi in Trentino Alto Adige eravamo l'ultimo baluardo del maggioritario e mi sono impegnato con i miei elettori e fare di tutto per cambiare questa legge che ha abolito i collegi».
Ma perché ricorrere al referendum? «Abbiamo capito - dice il senatore del Pd - che in Parlamento la maggioranza non vuole cambiare la legge elettorale. Il Pdl non vuole e la Lega non si capisce bene, ma non pare avere la stessa idea del Pdl. Dunque la battaglia in Parlamento è molto difficile, ma dobbiamo fare qualcosa e forse i referendum, con la spinta dei cittadini, sono uno strumento che può dare una scossa. Se non facciamo nulla possono dirci che in fondo anche a noi del Pd sta bene questa legge elettorale e ci ritroveremmo a votare ancora una volta con questo proporzionale con le liste bloccate».