Moschea, un diritto che va garantito

E' singolare ed è molto grave che un folto gruppo di contribuenti della comunità trentina di fede islamica non possa usufruire di un diritto fondamentale come la pratica integrale della libertà religiosa, comprendendo in essa la frequenza di un proprio luogo di culto. Si tratta di un diritto violato.
Michele Nardelli, "Trentino", 25 giugno 2011

La nostra Costituzione (art. 8) descrive tutte le religioni come "egualmente libere davanti alla legge", non quindi come "minoranze" religiose, che in quanto tali debbano avere diritti più attenuati o semplicemente negati.

La libertà religiosa - la storia europea lo dimostra - è indispensabile per costruire la pace tra i popoli, per dare fondamento allo stato laico, per la stessa libertà di pensiero e di opinione delle persone.

Dovrebbe quindi essere fonte di grande preoccupazione per tutti che una comunità religiosa si viva come discriminata. E' quanto può succedere alla comunità islamica trentina, di fronte ai continui rinvii, difficoltà e chiusure circa la legittima aspettativa di avere un proprio dignitoso luogo di culto, da tanto atteso e comunque autofinanziato. Non si registrano peraltro le stesse difficoltà per i programmi di costruzione, ristrutturazione, restauri, abbellimenti di luoghi di culto della religione cattolica.

Renzo Francescotti ci ha ricordato che un tempo, per i soldati austro-ungarici di stanza a Trento, c'era una piccola moschea di legno agibile e ben funzionante.

Può la città di Trento affrontare il problema del diritto fondamentale rivendicato dai fedeli islamici con soluzioni di corto respiro, cercando tra le pieghe di norme e regolamenti edilizi, spesso contradditori o poco chiari - e come tali impugnabili in sede legale - e non invece attraverso una chiara previsione programmatico-urbanistica, che destini  un'apposita area per una moschea?

Di fronte allo stop del TAR, certo formalmente fondato, alla soluzione pazientemente individuata dalla comunità islamica a Gardolo, non dobbiamo passivamente accettare " una sconfitta per la città nel suo insieme" - come la definisce Aboulkheir Breigheche - ma avere uno scatto di orgoglio e anche di lungimiranza politica per affrontare il problema con una soluzione degna di una Trento moderna e aperta sul mondo.