La mediazione di cui ha parlato il sindaco Alessandro Andreatta , relativamente all'area ex Italcementi, non è stata ancora discussa né dal consiglio comunale e nemmeno dal partito»."L'Adige", 19 giugno 2011
Lo dice il segretario cittadino del Partito Democratico, Vanni Scalfi. Che due o tre cosette interessanti le aggiunge. Dellai dice che all'Italcementi deve nascere un polo informatico? «Può essere, ma allora in via Barbacovi ci vada il Liceo artistico, o il Rosmini che è sulla via dell'asfissia». Scalfi è più chiaro ancora: «Non si pensi di liberare l'area di via Brigata Acqui per farci un investimento simile a quello dell'area ex Michelin». Vanni Scalfi è giovane. Ma non sprovveduto. Sa che in città c'è chi teme che la faccenda ex Italcementi possa provocare investimenti non proficui per la città. Magari nell'area della città, via Brigata Acqui, da cui verranno tolti Iti e Itg (l'Istituto Pozzo). Scalfi, chiediamo, la commissione urbanistica pare sia bloccata. E il sindaco, dopo aver detto no alla proposta di Dellai dello smantellamento del polo scolastico di via Barbacovi, oggi dice che la cosa gli pare una buona mediazione. «In commissione urbanistica è arrivato un atto di indirizzo della giunta sul riordino dell'area ex Italcementi. Ne ha preso atto. Senza dibattito né voto: 15 pagine, un rendering. È l'Istituto tecnologico informatico». A lei va bene? «A me va benissimo metterci una scuola, ma io vedrei meglio un polo artistico-culturale, come aveva proposto al tempo Alberto Pacher, proposta sostenuta anche da Melchiore Redolfi e Giuliano Andreolli ». Invece la proposta che pare vincente è quella di metterci l'istituto tecnologico. «Vogliamo per forza che sia così? - si chiede Schelfi - Allora in via Barbacovi mettiamoci la scuola d'arte (ndr, si parla di 1,2 milioni di euro all'anno per ospitarla alla ex Grundig) o anche il Rosmini che ormai dov'è non respira più. Si liberano spazi enormi in via Brigata Acqui con il trasferimento di Iti e Geometri. Mettiamoci altre scuole perché quella zona della città non va svuotata. Con i decenni è nata un'osmosi tra scuole e tessuto urbano: dalla copisteria al bar. Non si può silenziare il quartiere». Almeno che non si costruisca dell'altro. «L'ondata di studenti che scende dalle corriere e va verso le scuole "fa città", esseri umani che vivono e danno vita. No, il Pd non vuole lo svuotamento di via Brigata Acqui». Eppure il suo sindaco, che è del Pd, ha parlato di una mediazione che ora gli pare praticabile. «Quella mediazione non è stata discussa né dal consiglio comunale, né dal partito. Quando abbiamo deciso che là non ci può andare un polo artistico? Quando abbiamo deciso di togliere le scuole da via Brigata Acqui? Patrimonio Trentino dice che in quella zona si aprono spazi per finanziare l'investimento all'ex Italcementi. Ma io dico: spendi 35 milioni di euro per il centro congressi all'ex Michelin e dici di volerne spendere 40 per il Bondone. Come si fa a dire che non ci sono soldi per l'Italcementi?». A questo punto Vanni Scalfi si fa ancora più deciso: «Liberare un'area come quella di via Brigata Acqui per un investimento simile a quello dell'ex Michelin lascia perplessi. Aspetto con ansia che della cosa si discuta in luoghi a ciò preposti». C'è anche l'ex carcere proprio ai confini, osserviamo. «Quella zona e l'Italcementi sono solo due ambiti. Poi c'è il nuovo ospedale, la nuova biblioteca dell'Ateneo, il Centro culturale S. Chiara che si libera tra un anno, il deposito dell'Atesina ai Solteri. Ma anche lo Scalo Filzi e l'area ex Sloi. C'è una serie di scelte urbanistiche che rischiamo di dover affrontare una alla volta, senza un dibattito complessivo». Cosa portiamo oltre alla scuola d'arte in via Brigata Acqui? «Perché non creare spazi per i giovani, uno studentato magari, per tener viva la zona. Ma, ci dicono, piazza e parchetto. Discutiamone». Non basta un passaggio in commissione urbanistica? «No. Il mio personale impegno è che questo argomento entri nel dibattito politico, a partire dal mio partito: abbiamo dei circoli vivaci e siamo al governo in 11 circoscrizioni su 12».
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