Zeni a Dellai: "Guardiamo con coraggio al terzo Statuto di autonomia, senza sentirci arrivati". Tra le richieste del capogruppo: l’accorpamento della zona bellunese all’interno della Corte d’Appello di Trento.
Bolzano, 15 giugno 2011
Giornata dedicata alla elezione della nuova giunta regionale oggi a Bolzano. Quando la discussione ha toccato il tema del terzo statuto di autonomia, nel suo intervento il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Luca Zeni ha preso le distanze dal presidente Lorenzo Dellai.
Dopo aver ripercorso il passaggio dal primo al secondo Statuto di autonomia ed aver ricordato l’importanza del lavoro congiunto degli storici italiani e tedeschi per una lettura condivisa della storia, nonché i meriti dei presidenti Dellai e Durnwalder nell’evoluzione dell’autonomia regionale a statuto invariato, Zeni ha sottolineato con forza che "è doveroso un approccio più coraggioso", pur riconoscendo che non è facile affrontare un tema tanto complesso come quello del terzo Statuto.
Dellai nella sua relazione aveva segnalato che "ci vorranno nuovi passaggi statutari, ma essi potranno essere formalizzati quando le idee saranno definitivamente chiarite, anche attraverso l’esperienza sul campo e quando il quadro parlamentare nazionale sarà più idoneo per affrontare tale argomento. Nel frattempo occorre lavorare con gli strumenti istituzionali esistenti, con pazienza, flessibilità e sensibilità reciproca".
Proprio tale passaggio ha spinto Zeni a reagire pubblicamente in aula, chiedendo, di fatto, di innovare ed accelerare con coraggio.
Ecco l’argomentazione pubblica di Zeni: "Trentino e Alto Adige hanno punti di forza e debolezza diversi: grande capacità di innovazione istituzionale il Trentino, un quadro di riferimento riconosciuto l’Alto Adige, che non deve continuamente rinnovare le ragioni della sua specialità. In ogni caso non possiamo essere pigri, perché la riduzione delle risorse e gli attacchi politici all’autonomia non possono trovarci impreparati.
Occorre trovare il giusto modo di collocarci in Europa, valorizzare il nuovo strumento del GECT (Gruppo europeo di cooperazione territoriale), straordinaria opportunità se vissuta in maniera aperta e dinamica e non come mera collaborazione tra esecutivi. Sarà sempre meno sostenibile la politica della continua nuova acquisizione di nuove competenze, essendoci risorse in calo e per questo dovremo puntare sulla capacità di cooperazione tra i diversi livelli di governo.
In questo quadro affrontare il tema del terzo Statuto di autonomia sarà inevitabile.
Ciò perché le norme costituzionali sono fondamentali e se non si modificano in base ai cambiamenti della politica, delle istituzioni e della società, il rischio è di erodere la forza della nostra Carta costituzionale. Se le norme dello Statuto parlano d’altro rispetto allo stato della realtà, vengono meno garanzie e certezze e non può essere sufficiente la politica, mutevole per definizione, sul lungo periodo.
Abbiamo davanti un paio d’anni senza elezioni amministrative o politiche: sfruttiamo questo periodo per gettare le basi per il terzo statuto! Se realisticamente oggi non è facile adottarlo in tempi brevi, questo non toglie che abbiamo il dovere di creare le condizioni perché questo sia possibile.
Dobbiamo ripensare il ruolo della Regione, la forma di governo, il sistema delle competenze. Ma dobbiamo anche ridefinire il significato della cooperazione transfrontaliera, i rapporti con lo Stato e con l’unione Europea, oltre al ruolo dei consigli provinciali nel sistema della governance.
La storia delle nostre due Provincie, il nostro essere terra di confine, la ricchezza data dalla presenza di diversi gruppi linguistici, può consentirci di essere oggi più che mai modello di comunità, prima ancora che di convivenza.
Ma riusciremo a farlo solo se evitiamo di sentirci arrivati, se sapremo guardare avanti con coraggio, con le nostre diversità, ma uniti da un comune destino."
Al punto, Zeni era giunto riprendendo alcuni nodi cruciali della relazione del presidente Dellai. Dopo avere sottolineato alcuni dei punti programmatici principali, dalle misure anticrisi agli enti locali, dalla collaborazione nell’amministrazione della giustizia, Zeni ha richiesto di "porre l’attenzione sull’accorpamento della zona bellunese all’interno della Corte d’Appello di Trento, di fronte ad una politica nazionale che guarda solo alla logica dei numeri", quindi al traffico e ai trasporti, per finire con la cultura, affermando che che "la candidatura del Nord-Est capitale europea della cultura del 2019 sarà una straordinaria occasione per valorizzare il nostro ruolo di terra ponte tra culture".