Pacher non voleva esserci, è il più votato. "E' la vittoria di un Trentino orgoglioso di sé".
F. Gottardi, "L'Adige", 11 novembre 2008
Alla fine il partito che non doveva esserci, il Pd, è il primo in Trentino e il candidato che non voleva candidarsi, Alberto Pacher, è mister preferenze alla quota stellare di oltre 15 mila. Si anima di buon mattino la sede del Partito Democratico e fin dall'inizio il segretario è lì, in maniche di camicia, felice e sorridente. È subito chiaro che l'andazzo è quello sperato. E a metà pomeriggio, tra una telefonata e un brindisi, Pacher è pronto a commentare la vittoria. Qualche aspettativa c'era ma una vittoria della coalizione di queste dimensioni se l'aspettava? Questa è una vittoria stupenda, che ribadisce un'immagine di Trentino orgoglioso di se, della sua storia, della sua autonomia, profondamente radicato ai valori. Che non sono quelli della destra leghista, c'è poco da fare. Noi girando per il Trentino avevamo avuto la percezione che emergesse con forza questo attaccamento ai principi positivi e quindi questo risultato lo conferma in maniera davvero molto forte. Ma siamo noi Trentini differenti dagli altri popoli del Nord Italia, che invece votano a destra, oppure c'è anche un po' di paura per le riforme federaliste che a quanto pare rischiano di danneggiare l'autonomia? I Trentini si sono resi conto che la proposta federalista è una minaccia per l'autonomia e hanno voluto ribadire che per noi l'autonomia non è solo uno Statuto, ma molto di più, è un'idea di se stessi. All'interno della coalizione il Pd è partito di maggioranza, un partito che qualche mese fa non doveva neanche esserci. Che effetto fa? Essere il primo partito per un partito nato da meno di quattro mesi è una soddisfazione enorme per le centinaia di persone che in questi mesi hanno dato davvero tanto in tutti gli angoli del Trentino. I candidati hanno corso come i matti, eppoi tanti volontari, quaranta circoli aperti in tutta la provincia. Davvero un bel segnale e una grandissima soddisfazione. Dal punto di vista personale ormai lei è mister preferenze. E pensare che non voleva candidarsi. Dopo aver lasciato la città pensavo che ci potesse essere una reazione negativa. Invece queste settimane hanno permesso anche di spiegare alla città e al resto della provincia il perché di questa scelta. E anche dell'importanza di chiamarsi Alberto, come recita il volantino diffuso per invitare a segnare sulla scheda anche il nome. C'era questo rischio, che poteva danneggiare sia me che l'altro candidato Pacher. Una certa quota di preferenze è andata persa ma comunque è andata al Pd, e questa è la cosa davvero più importante. Veltroni l'ha sentito? L'ho già sentito tre volte oggi (sono le 15) . È molto contento, anche per lui è un «ricostituente» dopo mesi impegnativi. Come lo vede il futuro del Pd a livello nazionale? Saranno anni difficili ma credo che il futuro del partito vada ricostruito a partire dai territori. Noi un contributo lo stiamo dando. A Trento città non ce n'è per nessuno, siete attorno al 32%. È interessantissimo perché abbiamo fatto il risultato delle politiche, dove però c'era anche la Margherita con noi. Meno forti sulle valli. Ma mi pare che sia comunque smentita l'idea per cui siamo il partito della città. Abbiamo ottenuto buoni risultati e lavorando possiamo crescere ancora. Vogliamo radicarci bene, a partire dai circoli aperti a cui vogliamo aggiungerne altri. In giunta ora con il partito e l'uomo più votati. Quale ruolo chiederete? Credo che possiamo fare un buon lavoro. Il Pd può portare le sue sensibilità ma è un ottima cosa che ci sia stato anche un buon risultato dell'Upt. Questa è una coalizione che deve reggere su due gambe robuste. Ottimo anche il risultato del Patt, che aveva una partita difficile e vede premiata la scelta coraggiosa di Rossi e della leadership. Ho già telefonato a Rossi e Tanas per complimentarmi con loro. E per se cosa chiede? Di cosa le piacerebbe occuparsi? Adesso ci godiamo questa fase, poi da domani iniziamo a ragionare sul resto e naturalmente sarà il presidente a dover proporre gli assetti. Conferma la volontà di lasciare la segreteria del Pd? Sì, io sono contrario alla sovrapposizione di ruoli. Credo che il segretario debba giocare da posizioni di maggior autonomia rispetto al ruolo istituzionale. Quindi si andrà a congresso? Adesso vedremo i modi e i tempi, ma la strada è questa.
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L. Marognoli. "Trentino", 11 novembre 2008
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M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 11 novembre 2008
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