I democratici decisi per i 4 sì

Bassanini e Tonini non voteranno quattro sì. Ma Michele Nicoletti, segretario del Pd provinciale non si scompone: «Posizioni rispettabili ma personali. A livello locale e nazionale il partito si è espresso chiaramente per i quattro sì. All'unanimità a livello nazionale».
"l'Adige", 9 giugno 2011

Nicoletti ricorda che i circoli del Pd hanno aiutato nella raccolta di firme per i referendum e poi che il partito è impegnato decisamente nella campagna referendaria per i sì. «Anche se siamo consci che il referendum non produce testi di legge ma abrogazioni di norme di legge. Per questo il Pd è impegnato a presentare nuove leggi sui vari temi, a partire da quello dell'acqua».
Quest'ultimo tema è coniugato dal segretario anche in versione locale: «L'acqua è un bene pubblico e la gestione deve essere pubblica. Ciò corrisponde anche a una tradizione della nostra gente trentina: acqua, boschi, prati di montagna sono entrati nei secoli a far parte degli usi civici».
Eppure, in altre regioni italiane gli acquedotti sono dei colabrodo e Comuni e Regioni non hanno soldi per aggiustarli. «In altre regioni la gestione pubblica può non essere efficiente. Ma noi diciamo che l'acqua non si considera solo dal punto di vista della gestione economica. Io penso che se l'acqua in futuro avrà sempre una maggiore importanza per la sopravvivenza dell'umanità, e quindi anche per la pace tra i popoli, affidarla ai privati è rischioso, politicamente e socialmente».
Il tema del nucleare: non si tratta di ansia da Fukushima? «La posizione del Pd è sempre stata chiara, anche prima dei fatti accaduti in Giappone. L'Italia in questo momento non risolve i suoi problemi energetici col nucleare: per realizzare nuove centrali ci vogliono tempi lunghi e poi queste sarebbero attive su un territorio difficile, con consistenti rischi sismici. Del resto, non è quello che si rivolge al nucleare il modello di sviluppo a cui noi guardiamo e i fatti giapponesi ci confortano in questo. Veda la scelta della Germania, paese serio che dipende per il 25% della sua energia dall'atomo e che sta andando coraggiosamente verso la chiusura delle centrali».
Il legittimo impedimento è problema che va al di là di Berlusconi. Un presidente deve poter governare. O no? «Il sì all'abrogazione della legge sul legittimo impedimento è una battaglia per la legalità e per una legge eguale per tutti. Da alcuni anni il dibattito politico è concentrato sui problemi giudiziari del presidente del consiglio, non su quelli della crisi economica o della disoccupazione giovanile».
Siete meno uniti di quanto sembriate: Bassanini, Tonini... «Vengo da una riunione della direzione nazionale del Partito Democratico che ha approvato all'unanimità, con una dichiarazione molto forte, la posizione sui referendum, i quattro sì. Quindi, ad esempio la posizione di Giorgio Tonini è certamente legittima ma è anche assolutamente personale. La rispettiamo ma non rappresenta la posizione del nostro partito».
Segretario Nicoletti, giovedì in piazza Dante si terrà la festa del Referendum Day e ci saranno tutte le forze che stanno portando avanti le ragioni del sì. Ufficialmente il Partito Democratico del Trentino non ha aderito. Perché? «I cittadini ci andranno, anche i nostri simpatizzanti e votanti. Vede, a livello nazionale c'è stato un accordo per cui la chiusura della campagna referendaria è stata affidata ai Comitati, non ai partiti, che hanno fatto invece un passo indietro. Qui c'è stato qualcuno invece che ha voluto prendere l'iniziativa (ndr, Italia dei Valori). Ma noi andremo anche alla festa. Il Partito Democratico è al servizio della campagna referendaria per i sì, ma non ci vuole necessariamente sovrapporre la sua sigla».