L'Alleanza per l'Italia (Api) corregge la sua rotta e dal terzo polo - con Fli e Udc - equidistante da Pd e centrodestra, nel quale si era collocata dal dicembre scorso, quando Fini, Casini e Rutelli tentarono di dare la spallata in Parlamento al governo Berlusconi, si riporta nell'alveo del centrosinistra.
L. Patruno, "L'Adige", 6 giugno 2011
La mossa politica rivelatrice di questo nuovo orientamento del partito, fondato da Francesco Rutelli, uscito dal Pd, e da Bruno Tabacci, insieme al governatore trentino Lorenzo Dellai, è la decisione di Tabacci di entrare a far parte della squadra di governo del neoletto sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, come superassessore al bilancio e alle società partecipate.
L'Api a Milano in campagna elettorale si era presentata a sostegno di un candidato sindaco espressione del «terzo polo» e anche al ballottaggio non si era schierata ufficialmente ma aveva lasciato libertà di voto, soprattutto per le divergenze interne a Futuro e libertà. Ora, la scelta di puntare su Tabacci, ex presidente della Regione Lombardia, da parte di Pisapia, da una parte è all'insegna della competenza più che della spartizione partitica, ma dall'altra non potrà non avere conseguenze politiche.
E proprio di questo hanno discusso ieri a Trento, Bruno Tabacci, che dell'Api è il portavoce, e Lorenzo Dellai, che in teoria sarebbe il coordinatore nazionale del partito anche se da mesi, proprio da quando Rutelli ha scelto il sodalizio con Fini e Casini, ha raffreddato i suoi rapporti. I due si sono visti a pranzo, dopo la partecipazione di Tabacci a una conferenza nell'ambito del Festival dell'economia.
«Questa scelta di Tabacci di entrare nella giunta di Pisapia - commenta al termine dell'incontro il presidente Lorenzo Dellai - può offrire una via di uscita a questa discussione sul terzo polo equidistante da destra e da sinistra, che io non ho mai condiviso. È chiaro che ha un valore se non è solo una scelta personale e locale ma è strategica e avrà ripercussioni politiche a livello nazionale visto che Tabacci è uno dei fondatori dell'Api insieme a me e Rutelli. E di questo abbiamo parlato, perché si introduce un elemento di passaggio dalla pars destruens alla pars construens ».
«Se il ragionamento - sostiene Dellai - si ripristina in una certa direzione io sono molto contento. Api è nata perché lo schema precedente era poco agibile, ma non per costruire un terzo polo equidistante dalla destra e la sinistra, io l'ho sempre detto, poi le cose sono andate come sono andate». Sulle critiche espresse solo pochi giorni fa proprio sul successo di Pisapia dal sapore soprattutto personalistico e populistico più che come risultato di un progetto politico, Dellai precisa: «Io sono convinto che il centrosinistra abbia bisogno di un orientamento strategico, se Tabacci ha fatto questa scelta deve avere una valenza nazionale. Io penso che fino a qui la questione del terzo polo ha avuto più una valenza tattica che politica, ora si deve cambiare registro e questo non vale solo per l'Api ma anche per il Pd, ovvero penso che se questa è la strada ci sia da lavorarci su insieme». Insomma, Dellai gongola pensando a un riposizionamento più chiaro dell'Api in un'alleanza di centrosinistra, che è l'appartenenza naturale del governatore trentino.
Ma dunque ora che ne sarà dei rapporti con il partito di Fini e con l'Udc di Casini? «Ecco - riconosce Dellai - questo è uno dei grossi punti di domanda che abbiamo davanti, però l'importante è che si sia avviata una riflessione interessante e nei prossimi giorni ci saranno delle riunioni dell'Api a Roma proprio su questo punto».