A seguito della decisione del consiglio provinciale di allocare risorse volte a favorire la diffusione del bilinguismo - o plurilinguismo - all'interno degli istituti scolastici della Provincia, nell'anno scolastico 2005/2006 presero il via due esperienze: presso la scuola primaria Sanzio e la scuola primaria Comenius di Cognola, ove è stato effettuato uno scambio docenti con il Land Tirol.
"L'Adige", 19 maggio 2011
Attualmente, come affermato dall'assessore alla cultura Marta Dalmaso nell'incontro tenutosi lunedì sera a Villazzano («Scuola bilingue per studenti sempre più europei» organizzato dal Circolo del Pd di Povo), l'attenzione verso l'utilizzo della lingua straniera alla stregua di veicolo diffusivo dei contenuti propri di altri insegnamenti - quali matematica, geografia, storia -, con ovvi benefici nell'apprendimento della lingua stessa, è decisamente alta: in Trentino si contano, infatti, 31 tra istituti comprensivi e scuole primarie, mentre sono 22 le scuole medie impegnate, a fronte dei dati relativi all'anno scolastico 2009/2010 che facevano rilevare rispettivamente 26 e 17 sedi coinvolte ed oltre 20 progetti Clil attivati. «E qui s'inserisce alla perfezione, nell'ottica di promuovere un numero sempre maggiore di istituti coinvolti, la necessità di poter contare su insegnanti dal profilo idoneo - ha aggiunto l'assessore Dalmaso -, cui si sta lavorando attraverso l'istituzione di iter formativi ad hoc, come ad esempio presso il Centro formativo permanente degli insegnati a Rovereto. L'impegno profuso nel rendere sempre più sottili i confini del territorio trentino, che si configura come zona di frontiera, non è scemato nel tempo - ha proseguito Mattia Civico , consigliere provinciale del PD -: la fine del 2010 ci ha visti fissare, insieme alla Provincia di Bolzano ed al Land Tirol, i criteri del progetto "2020: obiettivo bilinguismo", che prevedono una capillare diffusione sul territorio euroregionale della conoscenza di tedesco ed italiano, coinvolgendo istituzioni scolastiche e formative, università, famiglie». Clil: un acronimo che, tradotto dall'inglese, significa Apprendimento integrato di lingua e contenuto. È quanto ha specificato Sandra Lucietto , dirigente scolastica ed esperta di questa metodologia, proseguendo: «Privilegiare, quindi, e non senza difficoltà da parte del personale docente, attività ed aspetti didattici che permettano, oltre ad interazione con la realtà e centralizzazione del concetto di competenza, ben diverso dalla mera assimilazione del contenuto, un naturale incremento nel livello di competenza linguistica. E tutto attraverso un'interdipendenza forte e proficua tra lingua straniera e processi cognitivi». Insomma, il miglior modo per imparare. Fondato sugli stessi meccanismi d'apprendimento linguistico che si innescano vivendo per un periodo all'estero, senza dover aprire libri di grammatica, con la differenza che, in questo caso, non sono le situazioni di vita reali ad indurre l'apprendimento, bensì nozioni che devono a loro volta essere apprese.