Pacher: "Classi separate, la cosa più odiosa"

Pacher ribatte a Divina: il motivo vero non è aiutare i bambini.
L. Patruno, "L'Adige", 1 novembre 2008

«Le classi separate sono la parte più odiosa del dibattito di questi giorni sulla scuola». Alberto Pacher, segretario e capolista del Pd del Trentino, replica così alle dichiarazioni di ieri del candidato presidente del centrodestra, Sergio Divina. Quest'ultimo all' Adige ha detto che se sarà eletto lui presidente della Provincia di Trento, in forza della competenza sulla scuola di cui è dotata la nostra autonomia speciale, istituirebbe subito in Trentino le classi separate di inserimento per i bambini stranieri che non conoscono l'italiano, visto che questo punto non è stato inserito nel decreto Gelmini a causa delle polemiche che la questione ha subito suscitato. Divina ha anche difeso i contenuti della riforma Gelmini e l'esigenza di tagli sia nella scuola che per le università per avviare una fase virtuosa di contenimento dei costi. «È chiaro - sostiene Pacher - che il motivo di questa proposta non è quello di trovare il modo migliore per garantire l'apprendimento della lingua italiana. In Alto Adige si fanno corsi integrativi di lingua italiana per gli stranieri oltre l'orario scolastico e vanno benissimo, perché non si può seguire quel modello?». Pacher torna anche sulla riforma Gelmini: «Questa riforma è sbagliata nel metodo prima ancora che nei contenuti perché a differenza di altre riforme come quelle della Moratti o di Berlinguer non c'è dietro un pensiero pedagogico, qui l'unico riferimento pedagogico è quello di Tremonti, che richiede tagli a scuola e università». Di diverso avviso è Ettore Zampiccoli, capolista del Pdl, che ritiene positiva sia la reintroduzione del 5 in condotta che il fatto che i libri di testo non vengano rinnovati per almeno cinque anni «con un contenimento di spesa per le famiglie». Sul recepimento del decreto Gelmini per quanto riguarda il taglio degli insegnanti elementari però Zampiccoli è prudente: «In Trentino non c'è l'esigenza di ridurre il numero degli insegnanti». Mentre sui tagli di fondi per le università, previste dalla finanziaria di Tremonti, osserva: «Questi tagli obbligano a intervenire in quelle situazioni sfuggite al controllo. Credo che università come quella di Trento, che sono gestite in modo oculato, riusciranno a negoziare con il governo». Zampiccoli, infine, si dice possibilista sull'idea delle classi di inserimento per gli stranieri: «Non si tratta di apartheid, ma solo di un modo per sostenere i bambini extracomunitari che sono in difficoltà con la lingua. Credo che anche i ragazzi e i loro genitori sarebbero più contenti piuttosto che essere buttati nella classe con gli altri bambini senza capire l'italiano».