"Molinari non s'aspetti il sostegno del Pd"

Nicoletti: i partiti servono e on sono sigle altrimenti si torna alla politica dei notabili.
L. Patruno, "L'Adige", 28 aprile 2011

«Noi proporremo alla coalizione di scegliere il prossimo candidato presidente della Provincia con le primarie: decideremo insieme i tempi ma è sensato pensare che questo avvenga nel corso del 2012». Michele Nicoletti, segretario provinciale del Pd, non vede altre strade possibili posto che non crede che: «Se ci mettiamo intorno a un tavolo troviamo l'accordo su un nome in 12 minuti».
E infatti, già il nome del senatore ex Pd, Claudio Molinari , che ieri in un'intervista all' Adige ha disegnato il suo progetto per il dopo-Dellai, collocandosi tra gli aspiranti successori, fa venire l'orticaria al segretario del Pd del Trentino.
Segretario Nicoletti, il Pd potrebbe sostenere Molinari come candidato alla presidenza della Provincia? Beh, quando nella vita qualcuno ti dice che hai fallito, non è che mezz'ora dopo può aspettarsi che lo sostieni. Sono tanti a dire che il Pd è in crisi strutturale, non è il solo, ma tra partner ci vorrebbe uno stile e un rispetto diversi. Oltre tutto Molinari è uscito dal Pd dicendo che l'area moderata non è valorizzata nel nostro partito, cosa che non corrisponde al vero, basti pensare al sindaco di Trento, Andreatta, o al capogruppo provinciale Zeni, che hanno ruoli di primo piano.
Il senatore Molinari ha detto che le sigle dei partiti in Trentino, a parte Patt e Lega, non hanno consistenza, si riferiva in particolare al Pd e all'Upt. Cosa può rispondere? La mia preoccupazione è che la politica italiana esca dal gorgo dell'irresponsabilità. E nelle democrazie i meccanismi di responsabilità hanno bisogno dei partiti, che sono elementi fondamentali. Se no si torna alla politica dei notabili e dopo 20 anni di Berlusconi ne abbiamo abbastanza. Non posso dunque condividere questa riduzione dei partiti a sigle, o addirittura ostacoli, che tra l'altro in Trentino non corrisponde alla realtà.
Ma Molinari dice che tanto nel 2013 chissà che partiti ci saranno e comunque lui si sente uomo di coalizione. Tutti noi siamo uomini di coalizione. Fare parte di un partito non vuol dire essere al servizio di una fazione. Del resto le coalizioni nascono tra partiti non tra singoli.
Si può dire che Molinari è partito con il piede sbagliato? Se era una partenza sì. Ma visto che anche lui dice che ci sono due anni davanti e passerà tanta acqua sotto i ponti, forse il suo era solo uno stimolo di riflessione.
Pensa che nel 2013 riuscirete a tenere unita la coalizione di centrosinistra autonomista anche senza Dellai? Dellai è stato bravo a tenere unita la coalizione. Ma Andreatta a Trento e Miorandi a Rovereto dimostrano che può stare unita anche senza Dellai. Quello che serve è un lavoro collegiale. I partiti hanno una grande responsabilità, ma partiamo da una coalizione compatta ed equilibrata.
Però vi serve un leader, no? Io penso sia finita la stagione del partito dei sindaci e dei leader. Credo in una politica fatta di più da soggetti collettivi. Per questo penso che le primarie siano un buono strumento per scegliere il candidato e le proporremo a tutta la coalizione. Prima però come Pd stiamo mettendo a fuoco i temi per noi fondamentali del programma come la questione ambientale, il modello di sviluppo e i giovani. Ma non credo che avremo problemi a condividerli con gli altri. Il Patt è un partito popolare come il nostro, sensibile ai temi ambientali.
È vero che fallita l'elezione all'Europarlamento non le dispiacerebbe candidarsi nel 2013 alla Camera? Per la formazione della lista del Pd per la Camera dovremo seguire le direttive generali. Non sappiamo se il nazionale si riserverà posizioni. Se possibile faremo le primarie. Per quanto mi riguarda, l'Europa è vero mi stava particolarmente a cuore. Ma oggi faccio il segretario del Pd e il professore a tempo pieno e le politiche sono tra due anni. Comunque credo nel volontariato politico, come matrice di cambiamento, molti nel Pd lo fanno senza avere nulla in cambio.