Mozione "No alla finale di Miss Italia in Trentino"
Trento, 22 marzo 2011
In merito alla notizia, susseguitesi in questi giorni a mezzo stampa, sulla possibilità di ospitare le finali nazionali di Miss Italia a Riva del Garda, con un esborso di denaro pubblico di circa 600.000 €, le consigliere Margherita Cogo, Sara Ferrari e i consiglieri Roberto Bombarda, Mattia Civico, Bruno Firmani, Michele Nardelli, Andrea Rudari, Luca Zeni, hanno presentato una proposta di mozione, da porre in discussione in Consiglio Provinciale, che impegni la Giunta provinciale “a non sostenere iniziative che tendono a valorizzare solo l’apparire piuttosto che l’essere.”
Le consigliere e i consiglieri chiedono che un esborso economico del genere possa essere dirottato su iniziative di carattere culturale che meriterebbero di essere rafforzate per consentire alle stesse un maggiore richiamo turistico.
IL TESTO DELLA MOZIONE:
Proposta di mozione n.No alla finale del concorso di Miss Italia in Trentino Si evince, da alcuni articoli apparsi sulla stampa locale, che si stanno muovendo i primi passi ufficiali per ospitare la finale del concorso di Miss Italia sul nostro territorio, alla modica cifra di 600.000 €.Ci chiediamo se questo tipo di investimento sia opportuno e se non sia il caso di dirottare, invece, la cifra su iniziative di carattere culturale che sono numerose e meriterebbero di essere rafforzate per consentire un richiamo, anche turistico, maggiore.Ci pare che un tale impegno da parte della nostra Provincia non sia necessario, in un momento come questo dove nel nostro Paese, per dirla con la filosofa Michela Marzano: «La regressione delle donne italiane non è solo un mito, una storia che si racconta all’estero per mettere in cattiva luce il nostro paese. È una realtà. Una realtà triste che emerge non solo quando si leggono i giornali o si guarda la televisione, ma anche e soprattutto quando si discute con la gente, si osservano i comportamenti che gli uomini e le donne hanno nella vita quotidiana, si assiste al ritorno di discorsi maschilisti e retrogradi.» . Crediamo che l’ente pubblico, in una congiuntura di crisi come quella attuale, debba finanziare e sostenere quelle iniziative che, pur avendo un ritorno economico e servendo da volano per promuovere il nostro territorio, siano però culturalmente inattaccabili. Non ci pare opportuno che vengano sostenute e finanziate iniziative che incoraggiano i giovani a far carriera con il corpo e che privilegiano l’apparenza rispetto al merito e all’impegno. Riteniamo che l’ente pubblico abbia, in questo senso, una responsabilità inderogabile sia nei confronti di tutti i cittadini che e, ancora di più, nei confronti delle nuove generazioni. Tutto ciò premesso IL CONSIGLIO PROVINCIALEimpegna la Giunta provinciale a non sostenere iniziative che tendono a valorizzare solo l’apparire piuttosto che l’essere.