di Roberto Pinter, 22 marzo 2011
La Commissione dei Dodici ha oggi approvato la proposta di Norma di attuazione in materia di Università di Trento, inviandola ai competenti Ministeri per acquisire i pareri degli stessi. Una prima approvazione che non preclude ulteriori modifiche alla Norma prima della definitiva approvazione, e che definisce l'impianto giuridico entro il quale la Provincia di Trento eserciterà la delega riconosciuta con la legge 191.
Una premessa.
La Norma d'attuazione non esaurisce ne' contiene il progetto di Università statale di Trento. Questo progetto ambisce all'eccellenza della Università di Trento nel sistema universitario, ad una più forte compenetrazione con il sistema della ricerca e ad una crescita delle opportunità per gli studenti, i lavoratori e la comunità trentina. Un progetto che trova nella proposta di Norma gli strumenti per svilupparsi, che ha bisogno di un nuovo Statuto della Università per riorganizzare l'Università, di nuove norme provinciali per assicurare risorse, sistemi di controllo e valutazione, diritto allo studio, ma soprattutto che ha bisogno di una volontà politica e di risorse umane all'altezza della sfida.
Non c'è dubbio però che la Norma d'attuazione è la cornice entro la quale si colloca la sfida e si giocano le possibilità di riuscita.
Rispetto allo schema emerso dalla Commissione istituita dalla Giunta Provinciale e alla proposta consegnata alla Commissione dei Dodici la Norma approvata , pur confermando l'impianto, registra diverse modifiche che vanno nella direzione di una maggiore garanzia dell'autonomia della Università e di una maggiore partecipazione di tutte le componenti alla gestione della stessa.
Modifiche che accolgono gran parte di quelle che ho prima proposto insieme al PD in sede politica e poi presentato in Commissione e che riprendono larga parte delle osservazioni critiche avanzate dal mondo accademico, dagli studenti e dagli attuali amministratori.
Queste le principali modifiche introdotte:
1. Il processo di modifica dello Statuto della Università è , diversamente da quanto previsto dalla legge Gelmini, affidato ad una Commissione Statuto ristretta, che però non sostituisce l'attuale consiglio di amministrazione come proposto dalla Provincia. La Commissione viene allargata al rappresentante degli studenti per le norme che gli riguardano e deve garantire un significativo processo partecipativo di tutte le componenti. La proposta di Statuto deve inoltre essere approvata dal Senato Accademico e adottato dal rettore a tutela della autonomia dell'Università.
2. Il rettore avrà la legale rappresentanza della Università ed è eletto, secondo i principi della legge statale, sulla base di candidature valutate da un comitato che sarà però indicato dallo statuto così come sarà lo statuto a indicare il corpo elettorale.
3. L'organo di amministrazione sarà composto prevalentemente da componenti indicati dall'Università stessa. Rettore, rappresentante degli studenti e tre figure indicate dal mondo accademico, che possono essere anche docenti. Vincolante sarà il parere di una Autorità per le candidature che sarà nominata dalla provincia ma d'intesa con l'Università.
4. E' obbligatorio, seppur non esclusivo, il ricorso alla Agenzia nazionale per la valutazione della Università.
5. E' assicurato il principio delle pari opportunità di genere nella formazione degli organismi previsti dallo statuto.
Modifiche che rispondono alle preoccupazioni che il sistema duale, amministrazione e programmazione risorse distinte dall'attività scientifica,si traducesse in una eccessiva invadenza da parte della Provincia rispetto alla Università.
Le due Autonomie tutelate dalla Costituzione, quella della Università e quella della Provincia Autonoma di Trento, esercitano le rispettive competenze concorrendo al comune obiettivo di elevazione della qualità del sistema formativo.
La legge Gelmini viene obbligatoriamente recepita nei suoi principi costitutivi ma sviluppando le possibilità innovative che la delega e la disponibilità di risorse finanziarie della Provincia permettono. Da questo punto di vista debbono prevalere le opportunità di sviluppo che la delega permette rispetto ai timori ingiustificati di chi vede nella delega un rischio di chiusura.
Concentrare l'attenzione esclusivamente su pur importanti norme di governance e sottovalutare le possibilità offerte in termini di risorse e di innovazione alla Università di Trento sarebbe quantomai sbagliato.
E' evidente che si possono immaginare soluzioni anche diverse e che c'è ancora spazio per considerare ulteriori proposte emendative alla Norma di attuazione, ma va ricordato che è importante ciò che la norma esplicitamente prescrive o che esplicitamente impedisce, per tutto il resto si dovranno comunque applicare i principi previsti dalla legge statale e spetterà allo Statuto ,come alla legge provinciale, individuare le migliori soluzioni per ricercare l'eccellenza, premiare i risultati e il lavoro, e garantire il diritto allo studio.
Allegato: ultima versione norma attuazione università approvata oggi con 2 piccole modifiche:
all'articolo 4
comma 1 dopo le parole " ...cinque componenti" sono aggiunte le parole "non facenti parte del senato accademico, individuati dal Rettore medesimo, d'intesa"
comma 2
dopo le parole "Il Presidente del Consiglio degli Studenti" sono aggiunte le parole:"ovvero un altro componente indicato dal Consiglio degli Studenti.."
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