Il futuro del Pd - Pensiamo ai programmi, non ai nomi

Gianluca Merlo, "L'Adige", 9 marzo 2011
C redo che se vogliamo bene e crediamo nel progetto originario del Pd la prima cosa da fare è spogliarci del personalismo e dell'individualismo che spesso prende piede nel dibattito politico interno.

Leggere sul giornale uno scambio di corrispondenza tra chi, dello stesso partito, rivendica il primato e la paternità di tagli alla spesa fatti, credo che stanchi i lettori e soprattutto gli elettori, ai quali probabilmente interessa di più la sostanza dei fatti che la dialettica perenne.
La rivendicazione personale di qualsivoglia risultato mi fa pensare che spesso ci sia più la predisposizione alla visibilità personale piuttosto che alla visione di insieme per un disegno comune di una politica del territorio trentino, di cui c'è tanto bisogno. Partecipare ad un gruppo, un'associazione, una squadra o un partito per me significa imparare e volermi confrontare con chi condivide un progetto comune, sapendo che ognuno è funzionale non a se stesso ma ad un obiettivo collettivo, cioè il bene della comunità nel caso della politica.
Allora mi viene in mente che oggi non stiamo lavorando ad un progetto per il 2013, piuttosto si leggono previsioni di leadership nella successione al presidente Lorenzo Dellai di un assessore piuttosto che di un altro, o ancora di illustri ex della politica o della continua ricerca dell'uomo o della donna della società civile come deterrente alla politica stessa. Poco spazio viene concesso invece al dibattito sulla visione del Trentino che abbiamo per il 2020 o ancora più in là, allora varrebbe la pena iniziare subito quella conferenza programmatica aperta agli iscritti e agli elettori del Pd del Trentino dove portare i temi che più crediamo significativi e strategici nello sviluppo e nella sostenibilità del territorio Trentino. L'urgenza a mio avviso dovrebbe essere data al tema del lavoro.
È vero che abbiamo letto in questi giorni sui giornali che nella nostra provincia siamo all'avanguardia anche sul lavoro giovanile, ma non possiamo abbassare la guardia sui diritti e sui doveri dei lavoratori e degli imprenditori in un momento così delicato per l'economia globale. È necessario poi interrogarci sul ruolo strategico e determinante dell'industria e dell'artigianato, capisaldi della nostra tradizione imprenditoriale, che a mio avviso hanno oggi l'obbligo di rivolgersi al di fuori dei propri confini locali e di immergersi nel mondo globale poiché l'elevata qualità e la capacità innovativa non permette loro di far assorbire alla domanda locale la propria produzione.
Il concetto di glocalizzazione, cioè la tendenza dell'economia ad adeguare le caratteristiche della globalizzazione alle realtà locali,mantenendo il legame con il territorio e valorizzando lo sviluppo delle piccole e medie imprese deve cominciare ad essere parte integrante del ragionamento e della strategia di sviluppo del territorio nel comparto delle Pmi. Considerare poi il turismo come elemento principe delle nostre specificità paesaggistiche, naturali, culturali, storiche, commerciali per mettere al centro ancora una volta la persona in questo caso il turista, portandoci ad immaginare un percorso sinergico e coerente tra le diverse comunità che costituiscono il Trentino.
Il favorire e promuovere il turismo legato all'agricoltura, all'enogastronomia e allo sport ci deve portare ad essere sempre più attenti nei confronti della natura in cui viviamo perché è da rispettare in quanto oltre a darci la vita è anche un nostro bene comune collettivo che dobbiamo mettere a disposizione anche dei territori che ci circondano. Inserendo poi il tema della mobilità che non deve essere circoscritto al fare strade, gallerie e ponti ma deve comprendere il concetto della mobilità dove al centro c'è la persona. Per dirla come il sindaco di Rovereto, Andrea Miorandi, «si devono muovere le persone non i mezzi», quindi anche il tema Metroland deve diventare prioritario nell'agenda programmatica.
Questi temi sono alcuni dei beni comuni collettivi di cui il Trentino gode e che devono avere alla base del ragionamento innanzitutto il concetto di territorio, nelle sue diverse sfaccettature partendo dalla sostenibilità e dal rispetto dell'ambiente, dal risparmio energetico e dalla cultura del riuso, dal sostegno alle famiglie alla solidarietà e non per ultimo al tema dei giovani che sono la generazione del futuro.
Mi sono pertanto permesso di inserirmi nel dibattito politico del Pd con la voglia di essere propositivo e di suggerire solo alcuni dei temi che a mio avviso è necessario affrontare ed analizzare per la costruzione del progetto politico del 2013, attorno al quale il Pd Trentino capirà e sceglierà, con gli strumenti che lo statuto prevede, chi sarà il proprio candidato da proporre alla coalizione. Come ha detto giustamente il vicepresidente Pacher, si deve dare priorità al progetto politico e non alla leadership, nella condivisione delle idee e delle proposte sicuramente emergerà colui o colei che saprà interpretare al meglio gli obiettivi della coalizione con la quale ci presenteremo, ma i questo momento è necessario ed indispensabile lasciare lavorare chi oggi governa bene la nostra comunità.