Il segretario del Patt critico con gli alleati: così non si fa un progetto comune.
U. Cordellini, "Trentino", 3 marzo 2011
Patt arrabbiato e Pd indifferente, ma guardingo. Il ritorno alla Margherita non entusiasma gli alleati della coalizione di centrosinistra. Ad essere deluso soprattutto il segretario degli autonomisti Ugo Rossi che vede allontanarsi il progetto di un partito territoriale unico.
Il segretario del Pd Michele Nicoletti, invece, sta alla finestra anche se avverte che l’obiettivo comune deve essere quello di rafforzare la coalizione e non quello di rubarsi i voti l’un con l’altro.
Rossi sul progetto di ritorno alla Margherita è caustico: «Faccio i miei migliori auguri». Il segretario del Patt, poi argomenta la sua posizione critica: «Mi pare che qui si sia agito al contrario. Se si vuole costruire un progetto comune, prima bisogna lavorare assieme e poi si fanno i documenti. In questo caso, invece, loro hanno scritto il documento e poi parlano di progetto comune. Ma finché io leggo sul giornale i documenti politici, non si può certo parlare di progetto unitario».
L’irritazione di Rossi si taglia con il coltello. La posizione del partito di Dellai non gli va proprio giù: «Bisogna pensare a qualcosa di nuovo. Non è con il ritorno al passato o con la riedizione di vecchie formule che si può costruire un progetto politico per il futuro. Come fa a nascere una cosa comune se io la leggo sul giornale? Questa roba non potrà mai essere una cosa comune».
Nicoletti è più prudente, anche se invita a considerare che l’obiettivo comune deve essere quello di conquistare nuovi voti nella fascia dell’astensione e non quello di rubarsi i consensi all’interno del centrosinistra: «Mi auguro che trovino la loro strada. Io ho sempre un grande rispetto per la ricerca dei nostri partner e sono fiducioso che si possa rafforzare la coalizione. Mi pare che le dichiarazioni vadano in questa direzione, quindi non ho preoccupazioni di questo genere».
Per Nicoletti, questo non è il fallimento del grande partito territoriale che doveva vedere insieme Upt e Patt: «Non vedo grandi prospettive di cambiamento. Mi pare che abbiano spiegato a sufficienza che il nuovo soggetto politico non sarà una riedizione della Margherita. E questo soprattutto per un’osservazione banale: parte della Margherita è confluita nel Pd. Per quanto riguarda le cose pratiche come l’uso del simbolo c’è un accordo molto chiaro. Per il resto, sono cose che non riguardano la vita del Pd».
Nicoletti, però, invita a tener presente l’obiettivo: «L’importante è che questo progetto rafforzi la coalizione convincendo molte persone che attualmente non votano a sceglierci. L’obiettivo non deve essere quello di rubare i voti agli alleati». Il segretario del Pd, poi, sottolinea l’aspetto positivo dell’operazione: «La cosa che mi pare più utile è che la coalizione di centrosinistra a livello nazionale abbia un collegamento a livello locale con liste civiche. Mi sembra un modo per stabilire un collegamento solido e forte con i territori. Questo non dovrebbe accadere solo per il nostro territorio, ma anche per tutto il nord. In questo modo, la coalizione avrebbe maggiore radicamento territoriale rappresentando le istanze dei territori e portando a livello centrale la voce di fasce di elettorato che al momento non hanno rappresentanza».
Insomma nella coalizione che governa il Trentino l’idea di un ritorno della Margherita non entusiasma più di tanto. E la partita è ancora tutta da giocare.