Legge famiglia / Saremo l'esempio per tutta l'Italia

Sara Ferrari, "Trentino", 25 febbraio 2011
Non è una legge sulla famiglia, ma per la famiglia, quella che abbiamo approvato ieri: sarà un pilastro di questa legislatura, ci farà fare un salto in avanti proiettandoci nell’Europa più avanzata, consentendoci di fare scuola rispetto al Paese.

Questa legge avvicina la politica alla gente: si stanziano 16 milioni di euro per realizzare interventi concreti, che vogliono soddisfare problemi oggettivi e reali. Questa è una legge che ci aiuta anche economicamente a favorire la natalità, sostenendo i progetti di genitorialità delle famiglie, con strumenti di supporto che consentano alle madri di non perdere il proprio lavoro. Perché sappiamo ormai da tante statistiche che più c’è lavoro e più si fanno figli.
 Questa legge prevede il coordinamento di tutte le politiche settoriali già esistenti per le famiglie in Trentino (Itea e sostegni sociali) ma introduce anche nuovi importanti interventi. Mira a semplificare il quadro attuale, riunendo in un unico assegno familiare tutti gli interventi oggi dispersi tra i vari settori di competenza: trasporti, mensa, posticipo e anticipo scolastico, (etc.) e istituendo uno sportello unico per il cittadino e la famiglia, dove vengono fornite le informazioni di orientamento su tutte le realtà certificate e sui servizi previsti, nonché un aiuto per ciascuna famiglia a definire il proprio progetto di conciliazione.
 Con questa legge si integrano i tempi del territorio con i tempi di vita, si istituisce il “distretto famiglia” con cui si riconoscono i servizi resi dalle organizzazioni private alle famiglie con figli, ma soprattutto si erogano interventi di sostegno economico per sostenere il ruolo sociale delle famiglie. Viene previsto un prestito senza interessi per le spese che si sostengono quando nascono figli, inoltre verrà erogato un contributo mensile a quel genitore (madre o padre) che chiede il congedo parentale, che cioè vuole stare a casa con il proprio figlio nel suo primo anno di vita.
 Un elemento fortemente innovativo e all’avanguardia in questa legge è l’impegno al completo soddisfacimento della domanda di conciliazione riguardo ai servizi 0-3, cioè oltre a riconoscerlo come un diritto universale, si creano le condizioni per esercitarlo al 100%. Oggi siamo in presenza di liste d’attesa per gli asili nido, per cui alcuni bambini non accedono al servizio e abbiamo zone del nostro territorio totalmente scoperte da offerta per l’assistenza ai bambini più piccoli. Oggi la domanda non è pienamente soddisfatta: non ci sono posti sufficienti e non ci sono strutture, ma questa legge prevede invece che l’ente pubblico sia obbligato a dare risposta ad ogni famiglia.
Viene altresì previsto il potenziamento dei servizi che favoriscono la conciliazione anche per famiglie con bambini oltre i tre anni, perché non si finga che il problema non sussista anche negli anni successivi al terzo, rischiando di procrastinare semplicemente l’uscita delle mamme dal mondo del lavoro, e lo si fa potenziando lo strumento dei buoni di servizio che servono per l’acquisto di servizi e favorendo il telelavoro.
 La Provincia aiuta i datori di lavoro a mettere a disposizione dei propri dipendenti servizi di prossimità (nido aziendale) o facilitazioni logistiche per l’acquisizione di servizi da soggetti terzi. A mio avviso serve però una sensibilità diffusa sul fatto che il benessere delle famiglie e dei lavoratori è un elemento di forza e ricchezza, e se è un costo per l’immediato, un’azienda lungimirante sa vederne il vantaggio sul lungo periodo. E anche i datori di lavoro del nostro territorio devono fare la loro parte.
 Si ragiona in termini di “distretto famiglia”, cioè del territorio come luogo organizzato di soggetti pubblici e privati che lavorano tutti con l’obiettivo di rispondere alle aspettative delle famiglie. E la legge prevede anche lo “standard di qualità familiare infrastrutturale”, come criterio importante pure nella concessione delle agevolazioni per la costruzione e l’ammodernamento degli edifici, perché tutte le discipline dei settori economici siano coerenti con lo spirito che questa legge va introducendo.
 Abbiamo emanato una legge “bipartisan” che ci invidieranno in molti.