Provvedimento presentato dal Pd. Contributi fino al 70% delle spese ammissibili.
G. Fin, "L'Adige", 25 febbraio 2011
Il Trentino Alto Adige è il fanalino di coda nell'imprenditorialità femminile. Secondo la ricerca di Manageritalia le donne imprenditrici nella nostra regione sono il 20,3%, contro il dato italiano del 23,4% e quello europeo superiore al 33%.
Se da questi dati passiamo a quelli forniti dalla Camera di Commercio di Trento il panorama per la nostra provincia risulta essere ancora più inquietante. Gli ultimi dati elaborati attestano che le imprese a conduzione femminile a fine del 2009 sono solo il 17 % con una maggiore percentuale nel settore del commercio (24,1%), nell'agricoltura (23,4%) e negli alberghi e ristoranti (16%). Una situazione, questa, che non migliora se osserviamo i dati delle imprese nelle quali i titolari sono giovani nella fascia d'età fra i 18 e i 29 anni. La nostra Provincia registra ancora una volta un dato, il 4,9 %, inferiore rispetto la media nazionale che è del 7,9%. Nell'ambito degli strumenti volti a sostenere queste realtà, ieri è stato presentato il disegno di legge provinciale del Pd, che ha come prime firmatarie Sara Ferrari e Margherita Cogo assieme a Mattia Civico, Michele Nardelli e Luca Zeni sugli interventi per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria femminile prevedendo la creazione di un fondo ad hoc, deciso poi dalla giunta provinciale, che potrebbe aggirarsi su alcuni milioni di euro. Il provvedimento si articolerà con la futura riforma della legge numero 6 sugli incentivi alle imprese. «Già in questa legge - ha spiegato Margherita Cogo - avevamo introdotto un articolo per l'imprenditoria femminile e giovanile ma con questo disegno di legge, visto i dati rilevati, vogliamo maggiormente concretizzare gli aiuti». Tra gli obiettivi quello di promuovere la formazione imprenditoriale di donne e giovani imprenditori (dai 18 ai 35 anni), agevolare l'accesso al credito per le aziende a conduzione o a prevalente partecipazione femminile o giovanile, favorire la creazione di imprese a forma cooperativa, aiutare la gestione delle imprese familiari da parte di donne, oltre a promuove l'innovazione. Potranno beneficiare degli aiuti le società cooperative e di persone costituite in misura non inferiore al 60% da donne o giovani, le società di capitale la cui amministrazione sia costituita per almeno i due terzi sempre da donne e giovani, mentre i consorzi, le associazioni, le società di promozione imprenditoriale e i centri di formazione imprenditoriali dovranno avere una quota riservata alle due categorie non inferiore al 70%. «Gli aiuti - ha detto la consigliera Ferrari - serviranno per l'avvio di un'impresa, il rilevamento di un'attività preesistente e la realizzazione di progetti innovativi». Tutto questo tramite la concessione di contributi in conto capitale fino al 70% delle spese ammissibili, prestiti quinquennali senza interessi, il sostegno per le spese gestionali e soprattutto la copertura dei costi per il congedo parentale per quelle donne che hanno necessità di seguire i propri figli. A sostegno della legge anche il neo consigliere Andrea Rudari.