Mattia Civico, 22 febbraio 2011
Riprende oggi il dibattito in aula sulla legge di promozione della famiglia e della natalità. Come primo firmatario di uno dei testi di legge che compongono il testo unificato, sono intervenuto per illustrare la posizione mia e del Pd sull’argomento.
Di famiglia si parla in lungo e in largo, spesso a sproposito. Da qualche anno in Italia ogni forza politica di qualsiasi schieramento si presenta come paladina della famiglia.
L’esito è sotto gli occhi di tutti: il nostro paese ha la più bassa spesa pubblica per la famiglia di tutta Europa. L’anno scorso l’Italia ha destinato non più dell’1,4% (cioè sui 22-23 miliardi di euro) del Prodotto interno lordo: poca cosa contro il 2,1% di media nella Ue a 15 e il 2% della complessiva Unione a 27.
La finanziaria nazionale di quest’anno destina al Fondo per le politiche familiari risorse minime e insufficienti: viene drasticamente ridotto (da 346 milioni nel 2008 a 52 milioni per il 2011), ed è abissalmente lontano dai valori massimi del 3,7% del Pil speso in Danimarca o dal 3% della Svezia. L’Italia spende in ogni caso la metà della Germania e dell’Austria (2,8%) o della Francia (2,5%).
Il quadro è molto chiaro: per quanto riguarda le politiche in favore della famiglia siamo in Italia indietro, molto molto indietro. Occorre rimboccarsi le maniche.
Di famiglia si parla in lungo e in largo, spesso a sproposito. Da qualche anno in Italia ogni forza politica di qualsiasi schieramento si presenta come paladina della famiglia.
L’esito è sotto gli occhi di tutti: il nostro paese ha la più bassa spesa pubblica per la famiglia di tutta Europa. L’anno scorso l’Italia ha destinato non più dell’1,4% (cioè sui 22-23 miliardi di euro) del Prodotto interno lordo: poca cosa contro il 2,1% di media nella Ue a 15 e il 2% della complessiva Unione a 27.
La finanziaria nazionale di quest’anno destina al Fondo per le politiche familiari risorse minime e insufficienti: viene drasticamente ridotto (da 346 milioni nel 2008 a 52 milioni per il 2011), ed è abissalmente lontano dai valori massimi del 3,7% del Pil speso in Danimarca o dal 3% della Svezia. L’Italia spende in ogni caso la metà della Germania e dell’Austria (2,8%) o della Francia (2,5%).
Il quadro è molto chiaro: per quanto riguarda le politiche in favore della famiglia siamo in Italia indietro, molto molto indietro. Occorre rimboccarsi le maniche. l
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