Bruno Dorigatti: "Nel discorso ho parlato del mio passato di operaio no per un aspetto sentimentale ma per rimettere al centro le questioni di lavoro". B. Zorzi, "L'Adige", 15 febbraio 2011
Bruno Dorigatti è il nuovo presidente del consiglio provinciale. E l'elezione avvenuta nel tenero giorno di S. Valentino chissà che non sia di buon auspicio per un clima più sereno all'interno dell'aula in questa seconda parte della legislatura. Si vedrà. Molto dipenderà anche da come il presidente saprà esercitare il suo ruolo super partes tra maggioranza e opposizioni. Un operaio - così si è definito lui stesso nel suo primo discorso - siede dunque da ieri sullo scranno più alto dell'assemblea dell'autonomia, come qualcuno pomposamente la definisce. Dorigatti, consigliere del Pd ed ex segretario della Cgil del Trentino, è stato eletto nella prima votazione con 20 voti (ne bastavano 18) su 33: tutti quelli della maggioranza e l'astensione delle minoranze. Mancavano solo Rodolfo Borga (Pdl) per l'opposizione, chiamato d'urgenza ad allontanarsi per motivi familiari, e l'ex presidente del consiglio Giovanni Kessler, compagno di gruppo di Dorigatti nel Pd, che proprio ieri si insediava a Bruxelles nel suo nuovo incarico di direttore dell'ufficio europeo anti-frode. Il voto è arrivato solo in serata, dopo due estenuanti trattative. La prima è avvenuta in mattinata, con Pdl e Lega, per limare il documento di impegni presentato dalle minoranze e concordare le modalità di adesione del candidato presidente, che era disponibile ad assumersi l'impegno politico, ma non a sentirsi vincolato con una firma sotto un documento di parte, che alla fine infatti non ha messo se non come mera «presa d'atto» delle richieste, secondo una formula imparata in anni e anni di trattative e distinguo sui contratti di lavoro. L'apertura verso le richieste avanzate dalle minoranze comunque c'è stata e dunque i consiglieri di Pdl, Lega, Lista Divina e Nerio Giovanazzi sono rimasti tutti in aula garantendo il numero legale (erano necessari almeno 24 voti, che la maggioranza da sola non aveva, perché l'elezione fosse valida). L'altro fronte aperto che metteva ancora a rischio l'elezione del presidente era interno alla maggioranza. Il capogruppo del Patt, Michele Dallapiccola, e il segretario-assessore Ugo Rossi, non avevano infatti ancora deciso di garantire i tre voti dei consiglieri autonomisti a favore di Dorigatti, rischiando di costringere il candidato del Pd ad arrivare alla terza votazione per essere eletto e soprattutto con l'assenza del sostegno di un gruppo importante della maggioranza, aprendo un vulnus politico non irrilevante nella coalizione di Lorenzo Dellai. Proprio per questo, ieri il governatore è intervenuto in prima persona, con parole suadenti, per convincere il suo assessore Rossi e gli autonomisti che non potevano pensare di forzare fino a quel punto, cercando di barattare i loro voti sul presidente del consiglio con la garanzia di due posti (uno di segretario questore nell'ufficio di presidenza del consiglio regionale e l'altro di assessore in Regione). Fatto sta che le richieste del Patt e la possibilità che si aprisse una frattura nella maggioranza hanno offerto il destro per un fuoco di fila di accuse e di dileggio da parte dei consiglieri di opposizione, che si sono scatenati in un dibattito durato tutto il pomeriggio, soprattutto contro il Patt «caregaro» più che sul tema del giorno che era l'elezione di Bruno Dorigatti alla presidenza del consiglio. Ma al momento del voto alla fine gli autonomisti hanno scritto Dorigatti sulla scheda. Il capogruppo Dallapiccola poco prima pur non dicendo chiaramente come avrebbero votato aveva però rinnovato la fedeltà alla coalizione e alla maggioranza. Tra i primi ad abbracciare e congratularsi con Bruno Dorigatti, subito dopo l'elezione e la lettura del suo discorso di insediamento, ci sono stati il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, e il vice Alberto Pacher. «A titolo personale e a nome dell'esecutivo provinciale - ha commentato Dellai - mi congratulo con Bruno Dorigatti per il suo nuovo incarico. Mi fa anche piacere - ha aggiunto il governatore - aver riscontrato nel discorso del nuovo presidente del consiglio provinciale i tratti di un forte senso di responsabilità cui sono chiamate oggi più che mai le pubbliche istituzioni». LEGGI ANCHE:
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