Rivolta anti Mubarak il Trentino si schiera

Incontro con i rappresentanti delle comunità immigrate. Un centinaio al sit-in del Forum trentino per la pace. Informazione continua al negozio Mandacarù di via Diaz.
G. Fin, "L'Adige", 6 febbraio 2011

La Provincia di Trento si impegnerà a discutere gli aiuti da poter dare alle popolazioni nordafricane in termini di sostegno attraverso beni di prima necessità e aiuti sanitari.
A confermarlo è stato Michele Nardelli del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani che ieri pomeriggio assieme alle rappresentanze dei paesi dell'area mediterranea, Tunisia ed Egitto, ha incontrato il presidente Lorenzo Dellai.
«I rappresentanti delle diverse comunità - ha spiegato Nardelli - hanno descritto la situazione in cui versa la popolazione tunisina ed egiziana ma non solo. Ci troviamo in un momento dove l'informazione è sottoposta a censure. Noi non abbiamo percezione di quello che sta accadendo veramente in quest'area e le angosce che hanno in molti. È stato chiesto al Trentino di farsi carico delle cure di una parte di questa popolazione e la risposta di Lorenzo Dellai è stata positiva». Poco dopo l'incontro avvenuto in Provincia, è stato dato il via al sit-in, in centro a Trento, promosso sempre dal Forum trentino per la Pace e i Diritti assieme alle rappresentanze delle diverse realtà trentine.
In poco tempo sono state circa un centinaio le persone che hanno deciso di radunarsi per esprimere la propria solidarietà nei confronti di quella parte di popolazione che sta lottando per la libertà e la democrazia. Molti anche gli striscioni e i cartelli con le scritte «Go out Mubarak» e «Basta sostegno ai dittatori». Presente al sit in anche l'imam di Trento Aboulkheir Breigheche. «La nostra comunità - ha spiegato - come tutti i cittadini liberi del mondo, sta assistendo a questo miracoloso risveglio nei confronti di chi, senza scrupoli, è stato appoggiato anche dall'occidente. Invito i nostri concittadini a guardare bene a questi popoli che hanno sofferto con questi regimi ma che ora hanno detto basta ed hanno deciso di difendere la loro dignità». Uno dei principali problemi sottolineato da più parti è la mancanza di una informazione libera, che possa far capire, in modo completo come stanno andando le cose.
Prima in Tunisia ed ora anche in Egitto si è aperta una vera e propria «caccia» ai giornalisti e fino ad oggi sono molte le testate giornalistiche e televisive che hanno deciso di richiamare i propri corrispondenti o che sono state oggetto di arresti. Proprio per informare il più possibile la popolazione, per tutta la prossima settimana a Trento, presso il negozio Mandacarù, all'angolo tra via Diaz e via Oss Mazzurana, saranno disponibili due schermi televisivi dai quali verrà trasmessa 24 ore su 24 Al Jazeera e un serie di filmati sulla situazione delle rivolte, con la possibilità di un incontro ogni sera alle 18. Accanto a questo sarà anche possibile leggere i reportage del reporter di Unimondo Andrea Bernardi che si trova in Egitto e che proprio ieri, per la sua sicurezza, si è trasferito in un hotel all'interno della fascia protetta di piazza Tahrir. «Siamo qui per la libertà e la democrazia - ha affermato anche Saadi Brahmi della comunità tunisina in Trentino - serve far capire a tutti che non bisogna abbassare la guardia, quello che sta accadendo in Tunisia e in Egitto è qualcosa di importante.
Ci sono i miliziani pagati che creano problemi ai manifestanti e si vuole soffocare questo vento di cambiamento». Ad esprimere la propria solidarietà alle popolazioni nordafricane anche diversi ragazzi del centro sociale Bruno oltre alla Cgil. «Continueremo - ha spiegato il segretario Paolo Burli - a mettere a disposizione le nostre sale affinché si possano fare degli incontri sulla situazione».