In 400 ieri per la protesta davanti al Commissariato del Governo. Nicoletti: "Queste iniziative dimostrano l'indignazione degli italiani e il fatto che abbiano a cuore l'immagine del loro Paese, anche all'estero". S. Bressan, "Trentino", 30 gennaio 2011
TRENTO. «Democrazia significa rispetto per le donne e per le istituzioni, perché la dignità del Paese non ha prezzo». Questo è solo uno degli slogan scritti sugli innumerevoli cartelloni presenti ieri pomeriggio al sit-in silenzioso organizzato di fronte al Commissariato del Governo di Trento. Una manifestazione non violenta e non chiassosa. La protesta era contro il premier Silvio Berlusconi, che - per dirla con il blog dell’evento “Donne in Trentino” - “disonora le istituzioni e calpesta la dignità femminile”. Una risposta al Ruby-Gate, un’iniziativa promossa nelle scorse settimane da un gruppo di donne trentine e dalla classe di “Educazione alla democrazia” dell’Università provinciale della Terza Età. Il tutto poi coordinato dall’ex difensore civico Donata Borgonovo Re. Un’iniziativa nata dal basso, voluta e realizzata da una fetta di cittadini, che ha visto in seguito l’adesione di Acli, Pd, Upt, Idv, Patt, Cgil, Cisl e Uil. Erano, infatti, quasi 400 le persone che hanno sfidato il freddo per occupare i gradini e i marciapiedi antistanti il simbolico palazzo di Corso Tre Novembre. Anziani, persone di mezza età e anche giovani. Tante le donne presenti: in linea con lo spirito dell’evento. «L’impegno di oggi è la risposta al nostro desiderio di cambiamento e alla volontà di disegnare insieme un’Italia migliore - è stato l’esordio del discorso della Borgonovo Re -. Finché la vicenda grottesca che vede coinvolto il nostro presidente del Consiglio non si concluderà nel rispetto delle regole e delle istituzioni, è doveroso continuare a manifestare il proprio dissenso». Presenti, tra gli altri, anche il presidente in pectore del consiglio provinciale Bruno Dorigatti, l’assessore alle politiche sociali del Comune di Trento Violetta Plotegher e Michele Nicoletti, segretario del Pd. In mezzo alla folla, una signora teneva simbolicamente in mano una riproduzione dell’Urlo di Munch: un urlo rapito dalla tela che ben rappresenta questa protesta in controtendenza rispetto allo scoordinato vociare dei salotti politico-televisivi. «La gente vuole testimoniare nel silenzio perché di parole ne son state già dette troppe» ha affermato Caterina Dominici, consigliere provinciale del Patt. Quella di ieri a Trento non è stata una manifestazione isolata. Ma si è inserita all’interno di una più ampia iniziativa nata su vari canali tra cui Facebook e denominata “Donne dicono no!”. Sit-in, dibattiti, cortei o assemblee, flash-mob sono stati e saranno realizzati in tutt’Italia fino al 31 gennaio. LEGGI ANCHE:
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