Debora Serracchiani, "Trentino", 24 gennaio 2011 Se la vicenda Ruby avesse toccato una persona qualunque, o anche un politico "normale", sarebbe stata giudicata come una miseria umana, qualcosa con cui la sfera politica non ha nulla a che fare. In fondo, quante volte è successo, soprattutto all'estero bisogna dire, che smaglianti carriere fossero affondate da scandali a sfondo sessuale?
Ma evidentemente qui è accaduto qualcosa di diverso, dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Qualcosa di esagerato, come sopra le righe è tutta la parabola di Berlusconi, Intanto, è sconcertante come lo spettacolo cui assiastiamo abbia più il sapore della stanca routine che non dello scandalo, dal momento che ormai da anni il presidente del Consiglio pare coinvolto in storie che girano attorno a qualche bella ragazza, se non a frotte di giovani donne. Ci verrebbe da chiedere se quest’uomo proprio non riesce a imparare la lezione, se proprio gli è stato impossibile ascoltare chi gli stava vicino e, presagendo le conseguenze, gli consigliava di smetterla con quel regime di vita. Forse, dovremmo credere alla donna che più gli è stata vicina, sua moglie, che in tempi non sospetti disse di lui che era “malato”. Una “malattia” che magari all’inizio può far sorridere, dato che il vizio di correre dietro alle gonnelle trova comprensione nello spirito italico. Ma il sorriso si trasforma presto in smorfia, non appena ci rendiamo conto che questa è una squallida e triste vicenda di sesso, in cui un vecchio ricco e potente, circondato da una corte solerte e ambigua, paga per avere una compagnia femminile più o meno compiacente. Questo signore è il nostro presidente del Consiglio, l’uomo che decide l’indirizzo del governo in Italia e che stringe le mani dei capi di Stato all’estero. Può farlo al meglio uno che è inseguito dal fortissimo sospetto di essere moralmente indegno? Credo che la risposta sia talmente semplice, che ognuno di noi se l’è data da tempo. Penso se la siano data, soprattutto, moltissime donne e madri, preoccupate e offese da quest’immagine stravolta e umiliante del loro ruolo, per come scaturisce da una storia che sembra di rotocalco e invece è vera. Convinciamoci che qua non è più questione di destra o di sinistra, di giudici o di avvocati, ma che siamo a uno spartiacque sociale e culturale. Se ancora una volta il disordine e l’ambiguità morale potrà accoppiarsi al denaro e al potere, ed esercitare impunemente i suoi privilegi, sarà assai difficile tornare indietro da questa china. Berlusconi è l’uomo più famoso e potente d’Italia e, lo voglia oppure no, è un esempio di condotta pubblica. Sta a noi, italiane e italiani, decidere se quello è un esempio da additare ai nostri figli.
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