Folgaria, 17 gennaio 2011
"Questo governo, come tutti i governi di destra, di fronte alla crisi ha deciso di tagliare sulle politiche sociali”: questa è la situazione del welfare italiano secondo Cecilia Carmassi, Responsabile PD nazionale per le politiche familiari, associazionismo e terzo settore che questa sera si è confrontata sul Palco della Festa Democratica sulla Neve con Paolo Rebecchi (Presidente del Forum trentino delle associazioni familiari) e con la consigliera del Pd del Trentino Sara Ferrari, in un dibattito sulle politiche familiari moderato da Daniele Benfanti di TCA.
In Trentino la situazione è meno drammatica, racconta Sara Ferrari, perché la nostra Provincia investe molto in questo settore; a breve verrà approvato in consiglio un disegno di legge straordinario risultato di un processo costruttivo e partecipato, che ha portato ad unificare 4 disegni di legge diversi presentati da maggioranza e opposizione.
Questa legge è anche frutto dello sforzo di superare ragionamenti astratti e ideologici sulla definizione di famiglia ed è animata da due principi ispiratori: investire sulle famiglie non è un costo, ma sul lungo periodo ha un ritorno benefico sull’aumento della produttività dei lavoratori, sull’occupazione femminile e di conseguenza anche sull’aumento della natalità, come dimostrano gli studi recenti. “Le aziende devono capire che investire in un efficace welfare aziendale conviene anche a loro – continua la Ferrari - e in Trentino si studiano modalità in questo senso che si stanno già esportando nel resto d’Italia”.
L’altro importante cardine della normativa prevede che tutte le leggi di settore e le politiche del governo provinciale debbano essere valutate secondo il parametro dell’IMPATTO FAMILIARE. Rebecchi ha invece posto l’accento sulla continua evoluzione della famiglia: come cellula costitutiva di una società in continua trasformazione è naturale che anch’essa sia coinvolta in questo percorso evolutivo. Quello che si chiede ad un welfare moderno è una ‘rivoluzione culturale’: non più e non solo politiche di supporto alla famiglia in situazione di crisi ed emergenza, ma politiche di sviluppo, che promuovano il benessere della famiglia perché essa è una risorsa per la società e non viceversa.
La Carmassi ha fortemente criticato l’idea del terzo settore del ministro Sacconi, per cui in una situazione di crisi è meglio avere meno stato e più società: una formula che nasconde un taglio drammatico delle risorse pubbliche da parte di uno stato che demanda colpevolmente settori fondamentali della tutela della persona e della famiglia al mondo delle associazioni e del volontariato. “Rischiamo di avere una società – continua la Carmassi – in cui chi se lo può permettere ricorre a assicurazioni e servizi integrativi, mentre il resto della popolazione deve affidarsi alla generosità dei benestanti. Il nuovo dramma del secondo millennio sarà la non autosufficienza, perché la vita media si allunga ma spesso ciò non si accompagna a un miglioramento della qualità della vita: sono poche le famiglie che possono permettersi una badante, che rappresenta comunque una risposta di emergenza “ma non dobbiamo dimenticare - afferma la Carmassi – che queste donne rinunciano al loro progetto di famiglia per permettere al nostro di sopravvivere, e questo è profondamente ingiusto”. Bisogna ricostruire un’idea di comunità che contrasti questa deriva egoista e individualista che porta molti a trascurare il bene comune e fermarsi al principio che “io pago soltanto ciò che consumo”. Il Pd a livello nazionale nelle proposte di revisione del fisco ha proposto di tassare i redditi delle transazioni finanziarie e di riformare il sistema degli assegni familiari per incoraggiare le giovani coppie a fare figli insieme a tante altre iniziative, concrete e fattibili, per dare sostegno alle famiglie che già esistono e per incoraggiare chi ancora non può permettersela. In Italia la famiglia, che per lungo tempo, anche a causa di forte retaggio culturale, è stata un forte ammortizzatore sociale, non è più in grado di assorbire i colpi della crisi, ma ora in gioco c’è la tenuta sociale e il futuro del Paese.
“La nostra è una legge veramente rivoluzionaria – ha concluso Sara Ferrari - perché assicura a tutti l’accesso ai servizi, modulandone il costo sulla base della situazione economica di ciascuno. L’ente pubblico, anche grazie a una fruttuosa sinergia con il mondo del privato, E’ COSTRETTO A DARE UNA RISPOSTA a tutti, calibrata sulle esigenze personali, in modo tale che nessuno resti mai escluso dall’erogazione di un servizio.