Folgaria, 17 gennaio 2011 Giuseppe “Pippo”Civati è arrivato alla Festa Democratica dopo le 21.30 per problemi di traffico, ma ha trovato la Sala Incontri di Folgaria pronta ad accoglierlo con una indubbia curiosità.
Nell’attesa del suo arrivo la giornalista Rai Laura Strada ha chiesto al segretario del Pd trentino Michele Nicoletti di raccontare la sua personale interpretazione di quanto è accaduto nell’ultima chiacchieratissima direzione del Pd nazionale, rilevando come, soprattutto di questi tempi, l’elettore non ami le divisioni e i distinguo all’interno dello stesso partito. “Non ho visto distanze incolmabili e mi è sembrato perfettamente ragionevole, da parte di Bersani, chiedere a tutti un’assunzione di responsabilità” esordisce Nicoletti, che nota quanto l’enfatizzazione della vicenda operata dalla stampa abbia distorto la realtà dei fatti; non bisogna però spaventarsi di questa ricchezza di opinioni e proposte, perché era tipica anche delle dinamiche dei grandi partiti popolari del passato che, come il Pd, erano in primo luogo un soggetto inclusivo.
Il nostro compito, continua Nicoletti, deve essere quello di ricostruire un vero partito: siamo gli unici a portelo fare, visto che non siamo un partito di plastica o un partito d’opinione. Quello che è venuto a mancare col tempo è piuttosto “un’etica dello stare insieme e la capacità di serrare le fila al momento decisivo”, ecco perché è quanto mai necessario recuperare quel senso di responsabilità che fa sì che quando un dirigente fa un dichiarazione pubblica sappia che non mette in gioco solo se stesso, ma tutta la sua ‘squadra’ Secondo Sara Ferrari, consigliere del Pd trentino, questo – a volte esasperato -protagonismo dei leader all’interno del partito sia dovuto anche alla legge elettorale, al desiderio di riposizionarsi in vista di eventuali elezioni e anche all’interesse che suscitano nella stampa queste prese di posizione; non si tratta, comunque, di reali differenziazioni politiche.
Civati ha in primo luogo espresso la sua preoccupazione per la fase di stallo e di attesa passiva che sembra vivere in questi giorni il partito: “Non credo al governo di transizione, penso piuttosto che il Pd si debba impegnare una volta per tutte nel creare una reale proposta di governo, con un leader autorevole e riconosciuto: è ora che Bersani sciolga le sue riserve e si presenti come candidato premier.” Il Partito vivrà nelle prossime settimane una fase decisiva, con il ‘nuovo Lingotto’ di Veltroni e l’assemblea a Napoli; questi 15 giorni sono necessari per un chiarimento definitivo e per accantonare le questioni delle alleanze con Fini, Casini e Vendola che, secondo Civati, non rappresentano la vera priorità dell’agenda politica del Pd. Un Pd che smettere di stare sulla difensiva, smettere di temere Vendola, ma piuttosto confrontarsi con lui in maniera costruttiva.
Altro argomento particolarmente dibattuto in questi giorni è stato il problema delle Primarie e della loro utilità: “Le primarie non devono essere solo la sfida tra due persone, ma una grande occasione di confronto e partecipazione, un’opportunità unica per costruire con il proprio elettorato una relazione molto forte e che deve durare nel tempo. Le recenti disavventure del Pd milanese non devono essere eccessivamente drammatizzate, non c’è bisogno di dimissioni, sceneggiate o di mettere in discussione il sistema delle primarie: lì il problema era trovare un candidato che fosse un politico del Partito Democratico, non un architetto o un professionista che si è improvvisato politico.
Le ultime battute Civati le ha dedicate all’epiteto di “rottamatore”, nel quale non si riconosce: quello coordinato da lui e Renzi è un progetto molto più ambizioso, che poco ha a che fare con l’età anagrafica di chi fa politica, ma piuttosto con la sua ‘anzianità di servizio‘, come ha spiegato anche Sara Ferrari, che ha condiviso a Firenze il loro entusiasmo e la chiarezza della loro proposta politica.
“Ha senso che ai giovani che non hanno o perdono un lavoro noi rispondiamo proponendo alleanze con Casini o discettando sulla riforma delle Primarie?” chiede Civati: il movimento ”Prossima Italia” non è l'ennesima corrente, ma vuole rappresentare anche una critica costruttiva, per fare in modo che ciò non accada.
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