Roberto Pinter, 6 gennaio 2010 Ho letto con molto interesse l’intervento di Giacomo Sartori che rievoca il suo incontro con Cesare Battisti, l’ex terrorista detenuto in Brasile, e il commento di Alberto Faustini.
Il clamore suscitato dalla mancata estradizione è effettivamente esagerato. E lo è perché a pochi interessa realmente il caso di Battisti, la decisione di Lula e il riaprire una brutta pagina di questo paese. Penso che dei tanti scesi in piazza per chiedere l’estradizione, ad esclusione dei familiari delle vittime del terrorismo, la maggioranza lo faccia solo per la stessa ragione che oggi motiva gran parte dei comportamenti dei nostri politici, e cioè il bisogno di apparire. Non tanto il bisogno di schierarsi per far pagare il conto a Battisti, e al terrorismo, con la giustizia italiana ma piuttosto il bisogno di mostrare il proprio interessamento. In altre parole il problema esiste solo se ha un risalto mediatico altrimenti chi s’è visto s’è visto..
Con questo non voglio dire che è preferibile il silenzio ma solo che a pochi sta a cuore la verità.
Chiarisco il mio punto di vista:
ho fatto parte di quel movimento che negli anni settanta è stato ingiustamente associato alla P38 e al nascente terrorismo e anche per questo ritengo che il terrorismo oltre ad essere colpevole per le vittime della loro ferocia è anche colpevole per l’uccisione delle speranze espresse dal movimento. Anche se non ho condiviso la linea di uno stato che tra l’altro ha lasciato uccidere Moro.
Nessuna comprensione, nessuna giustificazione, non credo al retroterra subculturale e alla mancata educazione come una delle cause della scelta della violenza. Come allora aborrivo l’idea di “compagni che sbagliano” così mi risultano inaccettabili le parole di comprensione, tanto più se provenienti da intellettuali, per chi si è reso colpevole di assassinio.
Ha ragione Faustini e ha ragione la sorella di Tarantelli che sull’Unità, definendo i terroristi dei criminali, diceva che “dobbiamo voltare pagina ma farlo con serietà recuperando la moralità e la verità storica” e che chi non ha pagato ne si è mai pentito non può chiedere di fare pace. Ma mi rimane il dubbio, bastano le sentenze per accertare in Italia la verità? Quante volte è prevalsa la volontà di far pagare a qualcuno quello per cui purtroppo ancora oggi molti non hanno mai pagato?
Purtroppo non conosciamo la verità, tanti terroristi sono stati condannati ma per le pagine di convivenza tra stato e terrorismo nessuno ha ancora saldato il conto.
Se devo stare da qualche parte scelgo di stare da parte delle vittime e le vittime sono certamente tutti quelli colpiti o caduti sotto il piombo del terrorismo, e le colpe non sono solo di quelli che hanno sparato ma anche dei mandanti e dei fini teorici della violenza.Solo che mi rimane un dubbio.
Scendere in piazza per solidarietà con le vittime chiedendo l’estradizione è una cosa,scendere in piazza per fare mostra di sé e per fare di Battisti il simbolo di una giustizia che purtroppo è ancora lontana a venire, sostenendo che Battisti è un “gelido e vendicativo assassino che non si è mai pentito” è un’altra cosa. Ecco io vorrei che qualcuno mi spiegasse le ragioni di questa certezza assoluta e vorrei anche che a tutti stesse a cuore la ricerca della verità.
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