Il Pd trentino è l'unico partito che ogni anno pubblica sul sito il suo bilancio insieme ai versamenti degli iscritti che ricevono indennità per i loro incarichi istituzionali a livello provinciale, comunale o di circoscrizione.
L. Patruno, "L'Adige", 7 gennaio 2011
Nel maggio scorso, come già riferito, è stato reso noto il bilancio 2009. In seguito sono stati pubblicati anche i versamenti dei singoli eletti ( vedi tabella a fianco ) relativi allo stesso anno dai quali risulta che il contribuente maggiore del partito è il presidente del consiglio provinciale, Giovanni Kessler, seguito dal vicepresidente della Provincia, Alberto Pacher, e dall'assessore regionale agli enti locali, Margherita Cogo. Ci sono poi gli altri due assessori provinciali Alessandro Olivi e Marta Dalmaso e i consiglieri provinciali. Il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta è solo undicesimo con un versamento di 9.140 euro, ma va detto che quello fu l'anno dell'elezione, avvenuta a maggio. In ogni caso, l'entità del versamento non è lasciata al buon cuore degli eletti, ma prevede che ognuno dia al partito il 20% dell'indennità ricevuta. Kessler come Dellai prende 21.500 euro lordi al mese, Pacher e Cogo 18.600. La percentuale è consistente però è molto inferiore rispetto al 45% dell'indennità (portato poi al 35% dal febbraio 2005) che veniva chiesto dai Ds del Trentino prima che dessero vita al Partito democratico. Proprio vista l'entità della percentuale ai tempi dei Ds c'era sempre un buon motivo - soggettivo - per non versare quanto dovuto in base all'impegno sottoscritto al momento dell'accettazione della candidatura e più di un consigliere provinciale ha accampato scuse o non si è più iscritto al partito per pagare meno, fino al caso di Margherita Cogo e della sbianchettatura di una cifra ricevuta. Cogo è stata perdonata dai Ds, i quali non presentarono querela e il caso fu archiviato dalla magistratura, ma anche dal Pd, che ha ritenuto che Margherita Cogo potesse continuare a rappresentare il partito come assessore, visto che persino l'inflessibile Gianni Kessler sostenne la sua nomina e la difese sostenendo che non doveva dimettersi in caso d'archiviazione dell'inchiesta per falso. Per evitare altri casi Cogo, ora il Pd pubblica tutti i versamenti, così gli elettori possono verificare chi versa (e quanto) e chi no.