"Il mio augurio ai trentini per il prossimo anno è che, in un momento di difficoltà e di precarietà generalizzata, sappiano tirare fuori il meglio che hanno dentro di loro."
D. Battistel, "L'Adige", 29 dicembre 2010
Snocciola dati e cifre in quantità impressionante. Preciso fino al secondo decimale dopo la virgola, se soltanto ha un dubbio apre il raccoglitore degli appunti e corregge, precisa, puntualizza. In un'ora e mezzo con i giornalisti Alessando Andreatta fa riempire più di dieci pagine di appunti. Su bloc notes giganti. Spazia su mille argomenti e - ce ne fosse il tempo - arriverebbe a diecimila. Sempre in movimento, non si concederà pause nemmeno l'ultimo dell'anno. «Forse il pomeriggio - dice -, ma la mattina sicuramente no. Si lavorerà normalmente. Del resto l'ho fatto anche la mattina del 24 dicembre. Anzi, in giornate come queste mi è capitato a volte di prendere più di una decisione importante».
Sindaco, si conclude il suo primo anno intero da sindaco: la pagina più bella e quella più brutta? Sono la stessa: il piano urbano della mobilità. Ho sempre detto che era il tema che marcava più nettamente le differenze tra centrodestra e centrosinistra, che più si prestava ad essere caricato di ideologie. Ora il piano c'è, dobbiamo solo concretizzarlo, ma forse siamo «andati oltre» nella discussione, nei tempi, nei toni.
Quanto del Pum rimarrà soltanto nel libro dei sogni? Qualcosa sicuramente, ma non perché si è sognato male, bensì perché la dimensione del sogno serve per indicare stelle polari, decisioni forti. Per altro ricordo che il piano strategico di dieci anni fa per più di due terzi è stato realizzato. Dunque, diamo tempo al tempo.
Nel Pum si ipotizza la funivia da Trento al Bondone che, visti i chiari di luna dei bilanci attuali, non si farà mai. Nell'ordine del giorno approvato in Consiglio si è detto di confrontarsi con la Provincia. E lo faremo. Così come parleremo del collegamento con la collina di Mesiano e della dorsale del trasporto pubblico nord - sud.
La famosa Val, finita quasi nell'oblio, anche per le contrarietà dentro la stessa maggioranza. Chiamiamola dorsale, è meglio. Nessuno era contrario, c'erano preoccupazioni sulle risorse e sul tipo di percorso, interrato o in superficie.
Superabili? Io dico che l'economia è più grande della tecnologia e la politica dell'economia. Quindi, se si deciderà di farla ci saranno anche i soldi per realizzare la migliore soluzione. Per ora è importante che la Provincia abbia accantonato dei finanziamenti per Metroland, di cui la dorsale cittadina è tra le priorità.
A proposito di rapporti con la Provincia, a quando l'incontro per sbrogliare la matassa inceneritore? Se ce la facciamo già questa settimana. Comunque il termovalorizzatore è dentro il piano provinciale dei rifiuti e si farà.
Comunque il bando deserto è stata una beffa. Guardi, in questa vicenda c'è stato un solo grande errore: quando a cavallo degli anni Duemila uscì dalla Provincia la notizia di un impianto da 330 mila tonnellate.
A quei tempi la differenziata era al 15 per cento, nessuno pensava di poter arrivare al 65 per cento. Ma qualcuno percepì l'idea di fare il grande impianto per bruciare tutto senza coinvolgere i cittadini in un percorso di civiltà, di responsabilità verso le generazioni future, di tutela ambientale. Invece si fece capire di voler fare tutto e subito. Per fortuna non andò così. Anzi, rivendico per il Comune un ruolo fortemente propositivo nella direzione del coinvolgimento dei cittadini.
Un altro errore, forse, è stato nel confezionamento del bando, visto che a nessuno è interessata l'offerta del Comune. Non credo. Per la parte tecnica è stato costruito un bando rigoroso, mantenendo alta l'asticella dal punto di vista della sicurezza dei cittadini e dell'efficienza dell'impianto. Certo il bando era molto esigente: sono venute cordate di imprese dall'Alto Adige, dal Veneto, dalla Norvegia, ci hanno detto che siamo stati molto severi e ci hanno fatto capire che quello che chiediamo costa. Dunque, per far quadrare i conti serve una tariffa più alta.
Ampliando il discorso rispetto all'inceneritore, quanto pesano gli errori della politica? La stragrande maggioranza delle scelte convincono perché dietro la decisione non c'è il pensiero del singolo, ma di un sindaco, della sua giunta, di tecnici preparati e, quando la norma lo richiede, anche di tutto il Consiglio. Quindi al momento della decisione c'è serenità. In fondo si tratta di scelte mai superficiali o prese di corsa, ma che al contrario giungono al termine di riflessioni lunghe.
Qual è il suo programma amministrativo per il 2011? Nei primissi mesi concluderemo il percorso sul tempi crematorio, previsto nel cimitero monumentale di via Giusti. Ma il 2011 sarà anche l'anno delle microaree per i sinti.
Tema delicato. Non ci muoveremo con spirito di compassione, buonismo o con l'obiettivo di un «allontanamento custodito» dalla città, ma nello spirito della legge provinciale. Dovremo individuare le aree, non credo ne servano tante.
Quante? Penso un paio da 25 o 30 persone, anche per fare della sperimentazione. Mi pare giusto che il sindaco, che ha la responsabilità di tutti i cittadini, si impegni per dare una vita dignitosa anche a loro, fornendo acqua e riscaldamento.
E la casa per i trentini? È l'altro tema da affrontare. Degli 850 alloggi a canone sociale del piano provinciale ne abbiamo già pianificati 320. Di questi 530, ben 204 saranno acquistati da Itea sul libero mercato, 66 saranno dislocati sugli altri comuni a noi vicini. Dunque ne restano da trovare 260.
Significa che saranno intaccate nuove aree agricole? Non è detto.
Qual è il suo sogno per il 2011? Il prossimo sarà l'anno europeo del volontariato. Vorrei che nascesse una città di volontari, ognuno secondo le proprie motivazioni e le proprie aspirazioni. Il mio augurio ai trentini è che, in un momento di difficoltà e di precarietà generalizzata, sappiano tirare fuori il meglio che hanno dentro di loro.