Andrea Miorandi, come tanti altri cittadini, ha scelto di passare una nottata da volontario nella struttura di via Benacense. "Servono altri posti, questi sono pochi".
G. Lui, "L'Adige", 17 dicembre 2010
È una delle iniziative che hanno dato un significato diverso al Natale 2010, il progetto «Un inverno giusto - Sos freddo: intervento di accoglienza per senzatetto», proposto dall'amministrazione comunale e gestito in sinergia con i quattro Decanati della Vallagarina e la Caritas. Un dormitorio per i senzatetto è stato allestito in via Benacense, nell'edificio retrostante l'ex scuola Edile, con 15 posti letto che si aggiungono a quelli, insufficienti, già presenti alla Casa dell'accoglienza di Borgo S. Caterina.
Un'esperienza che aveva bisogno di forze nuove ed oltre un centinaio di roveretani si sono fatti avanti come volontari per occuparsi di questo «rifugio», per custodia e pulizia. Tra di loro, a sorpresa (e con qualche simpatico imbarazzo da parte di alcuni ospiti che non si aspettavano certo di essere «assistiti» dal primo cittadino in persona), l'altra sera c'era anche il sindaco Andrea Miorandi, che aveva cercato (inutilmente) di non pubblicizzare questa sua presenza: «Faccio semplicemente del volontariato, come ho sempre fatto, anche prima di diventare sindaco. Quest'iniziativa l'abbiamo voluta, insieme all'assessore Fabrizio Gerola e a tutta la giunta, per dare una prima risposta alle necessità di molte persone. Rovereto ha risposto alla grande, oltre un centinaio di volontari, una risposta eccezionale da parte della città, il primo atto concreto di quello che è il nostro programma, avevamo detto che ci saremmo occupati delle persone più disagiate e lo stiamo facendo».
I giornalisti, presenti grazie ad indiscrezioni, vengono lasciati fuori, all'interno tutti i letti disponibili sono occupati, 15 in più rispetto ai 31 allestiti al Centro Caritas di Borgo S. Caterina. «Pensavamo di aver fatto molto ma ho scoperto che c'è ancora tanto da fare, - aggiunge Miorandi - perché anche aumentando del 50% la dotazione di posti letto nel dormitorio ancora non è sufficiente e di questo dobbiamo prenderci carico. 46 letti, purtroppo, non bastano, c'è ancora tanta gente costretta a dormire all'addiaccio, a 5 gradi sotto zero, che bussa per entrare e ripararsi dal freddo almeno per la notte, ma non c'è più posto.
Siamo già al lavoro per pensare anche a quali altre soluzioni possiamo individuare per riuscire a ridare un po' di dignità a queste persone, bisogna trovare nuove strade, percorsi più rispondenti ad uno stato di necessità». Queste persone arrivano dopo le 20.30, vengono accolte con la massima discrezione e grande rispetto: «Grazie a questi progetti la città si scopre con le sue debolezze e le sue problematicità. Parlando con queste persone bisognose, che ricorrono a questo servizio di ricovero notturno, si scopre che il momento critico dell'economia provoca questi fenomeni di esclusione sociale, persone che hanno perso il lavoro, problemi familiari, tanti fattori». Alle 22 si chiude la porta e si spengono le luci, una notte al caldo, in queste giornate quasi perennemente sotto zero; alle 7 del mattino tutti fuori, comincia un'altra giornata in strada, aspettando la prossima notte.