Il leader del partito invita a considerare l’incarico europeo come un’opportunità per il Trentino e spiega: «Il presidente rispetterà l’etica del Pd». "Trentino", 17 dicembre 2010
TRENTO. «Io penso che la prima cosa da fare è valorizzare la nomina di Gianni Kessler alla guida dell’Olaf piuttosto che pensare a chiedere le sue dimissioni. Poi, la cosa verrà da sola, visto il codice etico del Pd, ma anche la sensibilità dello stesso Kessler». Il segretario del Pd Michele Nicoletti usa una lunga perifrasi per dire il presidente del Consiglio provinciale non resterà incollato allo scranno nonostante la nomina a Bruxelles. Solo che questo non è il momento per chiedergli di lasciare. La tentazione di Kessler di lasciare solo l’incarico di presidente, restando però consigliere semplice, ha sollevato una serie di reazioni sdegnate, anche da parte dei suoi stessi compagni di partito. Il vicepresidente della giunta provinciale Alberto Pacher è stato netto: «Certo che si deve dimettere. Restare sarebbe contrario ai principi del partito e sarebbe molto imbarazzante se dovesse intervenire il segretario per dirlo». Anche Bruno Dorigatti la vede allo stesso modo: «Per prima cosa siamo molto felici per la nomina di Kessler. Il suo incarico a Bruxelles dà lustro a tutto il Trentino. Però, sono convinto che debba dimettersi perché l’impegno all’Unione europea non sarebbe compatibile con quello di consigliere che non può essere considerato part-time». Anche il capogruppo della Lega Alessandro Savoi era intervenuto per chiedere le dimissioni di Kessler dal Consiglio provinciale osservando che se Kessler restasse al suo posto sminuirebbe anche il lavoro del consigliere provinciale dando alla gente un segnale negativo. In serata, poi, è intervenuto il segretario del Pd Nicoletti che, pur invitando a valorizzare a apprezzare la nomina di Kessler, non gli chiede certo di restare al suo posto. Nicoletti, però, non invita esplicitamente alle dimissioni il presidente del Consiglio: «Secondo me, la prima preoccupazione che dovremmo avere è quella di valorizzare la nomina di Kessler. Ovvero analizzare come potrebbe tornare utile al Trentino e, anche, apprezzare il grande risultato ottenuto. L’Italia intera ha sostenuto Kessler e non mi sembra corretto che proprio la sua terra si preoccupi di come liberarsi di lui». Insomma, il segretario spiega che non è questo il momento per chiedere a Kessler di lasciare la poltrona di presidente e anche la sedia di consigliere: «Prima di chiedergli le dimissioni, dovremmo valorizzare la sua nomina. Vedere come fare in modo che sia un’opportunità per tutto il Trentino. Poi, sono sicuro che l’impegno a tempo pieno di Kessler a Bruxelles avrebbe forme compatibili con lo statuto e il codice etico del Pd. Questa cosa verrà da sola, quindi non ci saranno occupazioni di poltrone. Tutto avverrà nel rispetto dei principi del partito e del nostro codice etico». Quindi, Nicoletti dà per scontato che Kessler lasci il posto da consigliere, anche se osserva che non è il caso né di chiedere dimissioni, né di pensare al momento in cui se andrà, visto che, semmai, si dovrebbe essere soddisfatti per una nomina importante ai vertici della Comissione europea. Un incarico di prestigio per il Trentino.
Seguici su YouTube
Partito Democratico del Trentino