Andreatta: «Basta campanilismi, più alleanze. E una città più accogliente». Le priorità: ambiente (inceneritore incluso), sociale, asili nido e sicurezza .
C. Bert, "Trentino", 10 dicembre 2010
TRENTO. In un quadro economico difficile in cui calano le risorse Trento punta sulla cultura come volano di sviluppo della città. Muse in primis, e poi Mart, Buonconsiglio, Galleria Civica, Castel Thun: «Basta campanilismi e concorrenza, bisogna allearsi», avverte il sindaco Alessandro Andreatta nella sua relazione al bilancio. Una manovra da 324 milioni di euro nel 2011.
È una relazione di 24 cartelle quella letta ieri sera in consiglio. Se per Andreatta quello dell’anno scorso era stato il primo bilancio di legislatura, quello di quest’anno è il primo bilancio che fa i conti con la crisi. Intendiamoci, soldi ce ne sono ancora: 130 milioni di euro di investimenti spalmati in tre anni, 12 milioni solo per la grande casa dello sport, poi arredi urbani di sobborghi e strade del centro storico, scuole, asili nido, e l’attesa riqualificazione di Piedicastello. Ma il calo delle risorse c’è.
Crisi e sobrietà. «La proposta di bilancio che stiamo per discutere è una delle più complesse degli ultimi anni», esordisce il sindaco, «la crisi ha infierito e infierisce tanto nell’economia quanto nel tessuto sociale». La sfida, per il Comune, è arginarne gli effetti potendo contare su meno risorse rispetto al passato. La parola d’ordine di Andreatta è «sobrietà»: «Abbiamo l’obbligo e la responsabilità di non illudere i nostri cittadini che sia possibile vivere al di sopra delle proprie possibilità».
La cultura come volano. Il sindaco inverte la tradizionale gerarchia delle relazioni al bilancio e sceglie - nei giorni dello scontro sui tagli del governo alla cultura - di mettere al primo posto la cultura: «Potrà diventare un settore trainante, capace di attrarre turisti in ogni periodo dell’anno e dare impulso a commercio, terziario e a tutta l’economia cittadina». Ma, ammonisce, «non possiamo continuare a dividere e sottrarre. In futuro dovremo sommare, Trento a Rovereto, e a Bolzano, e alla montagna. Serve trovare, insieme alla Provincia, una gestione più unitaria. Per l’appuntamento del 2019 con Venezia (e il Nordest) capitale della cultura, dobbiamo farci trovare pronti, senza cantieri aperti e lavori in corso».
Città più flessibile. Nessun accenno esplicito alla questione delle aperture domenicali e serali dei negozi (su cui il consiglio sarà chiamato a decidere nel 2011), ma Andreatta spiega che Trento dovrà diventare «più accogliente, organizzata e flessibile», senza trasformarsi in una «Disneyland sempre luccicante aperta giorno e notte, perché così finirebbe per perdere la propria fisionomia».
Ambiente. Altro punto di forza della città per il sindaco sarà sempre di più l’ambiente, partendo dai risultati ottenuti con la differenziata, le energie rinnovabili, il trasporto pubblico. E in questo contesto rivendica le ragioni del termovalorizzatore come elemento di un sistema complesso che punta alla trasformazione dei rifiuti in energia «come avviene nei paesi più avanzati dal punto di vista ambientale».
Quartieri e status di città capoluogo. Gli investimenti nelle circoscrizioni - strade, aree verdi, impianti sportivi - sono un investimento sulla coesione sociale, spiega il sindaco. Quanto ai rapporti con i Comuni vicini, Trento invoca una «gestione comune della pianificazione dei servizi», casa, mobilità, cultura, rifiuti, e nello stesso tempo reclama il proprio ruolo-guida di città capoluogo, rivendicando dalla Provincia «uno statuto originale e distinto».
Politiche sociali. Il sindaco conferma il sociale come caposaldo del progetto di bilancio: più posti negli asili nido per aiutare le famiglie, risorse per i giovani e lo sport, una città che vuole favorire accoglienza e integrazione degli stranieri contrastando il razzismo. Finale sulla sicurezza, per smontare «allarmismi ingiustificati»: «Trento non sta andando in guerra, non esistono soluzioni miracolistiche ma vanno fatte rispettare le regole».
Addizionale Irpef. Andreatta rivendica di aver tenuto ferma la pressione tributaria. Nel 2011 le tariffe saranno aggiornate al solo tasso d’inflazione programmata, inalterate le rette dei nidi. Ma avverte: «Lo scenario del prossimo anno potrebbe essere meno roseo». Si dovrà discutere della possibile addizionale all’Irpef, ad oggi ipotizzata nel 2013 per un’entrata di 3,6 milioni.