Società, meno doppioni e più trasparenza

Il Pd prepara i suoi emendamenti. La Lega ne deposita oltre 500.
"Trentino", 7 dicembre 2010

TRENTO. Scade oggi a mezzogiorno il termine per la presentazione degli emendamenti alla manovra finanziaria della Provincia che inizia venerdì il suo cammino nell’aula del Consiglio provinciale dopo l’approvazione in commissione.
 Ieri il Partito Democratico si è riunito per discutere i propri emendamenti. Su alcuni c’è già la certezza del deposito, come quello voluto dal consigliere Bruno Dorigatti che chiede l’introduzione anche in Trentino della norma voluta a livello nazionale dal ministro Brunetta in base alla quale non possono rivestire la carica di presidente dell’agenzia che negozia i contratti per l’ente pubblico i sindacalisti cessati dalla carica da meno di cinque anni, una norma che sembra scritta ad hoc per frenare la nomina alla Apran di Nicola Ferrante, ex segretario Cisl molto vicino al presidente Dellai.
 Verrà depositato anche un emendamento a firma di Mattia Civico che chiede maggiore trasparenza nelle società partecipate dalla Provincia introducendo un obbligo di rendicontazione puntuale delle spese di rappresentanza.
 Altro emendamento quasi certo è quello che introduce un limite alla possibilità della giunta di stornare denaro da un fondo all’altro in materia sanitaria. Il capogruppo Luca Zeni, inoltre, è primo firmatario di un ordine del giorno che chiede alla giunta di riorganizzare e razionalizzare il sistema delle società provinciali, eliminando alcuni «doppioni» come (secondo Zeni) Trentino Sviluppo e Patrimonio spa nell’ambito immobiliare. Anche le opposizioni stanno chiudendo i propri emendamenti. La Lega Nord ha annunciato di averne depositati oltre 500, contestando molti dei punti chiave della Finanziaria e anche il Pdl sta lavorando per chiudere i propri documenti. Anche la giunta provinciale presenterà alcuni emendamenti, uno dei quali particolarmente importanti. E’ un emendamento che reintroduce gli incentivi alle imprese previsti nell’originario articolo 65, bocciato in commissione per un fraintendimento nelle file del Pd.