"Andiamo oltre le schermaglie: ci servono schemi di gioco più condivisi e sensati".
L. Patruno, "L'Adige", 6 dicembre 2010
Sarà che di professione fa lo psicologo e che per indole personale è più predisposto alla mediazione che al conflitto. Fatto sta che il vicepresidente della Provincia, Alberto Pacher, già primo segretario del Pd del Trentino, ha accettato la delega per i rapporti tra giunta e consiglio provinciale convinto di poter dare una mano per migliorare le relazioni tra le due istituzioni e - sul piano politico - anche la collaborazione tra le forze di maggioranza. Per Pacher, infatti, la tenuta e la capacità di proposta della coalizione di centrosinistra autonomista che governa oggi in Provincia non è essenziale solo per consentire alla giunta Dellai di realizzare il suo programma nei tre anni che restano, ma è importante che si confermi solida per il dopo-Dellai, visto che l'unica cosa certa in questo clima di polemiche è che il «superpresidente», che lui lo voglia o no, è arrivato al capolinea e nel 2013 dovrà cambiare mestiere, se non mollerà addirittura prima, per candidarsi al Parlamento nel caso di elezioni anticipate. Ed è con questa realtà che si deve cominciare a fare i conti.
Vicepresidente Pacher, lo scopo della sua delega è evitare che Dellai e Kessler vengano alle mani? Non ho la delega ai rapporti tra presidente della giunta e presidente del consiglio. Io spero che si possa superare la logica del duello personale e mi piacerebbe che nella maggioranza, invece di corrersi dietro in una scermaglia sterile continua, si inizi a confrontarsi, a partire dall'analisi della situazione del Trentino, su quello che serve, cominciando a costruire quello che vogliamo fare insieme nei prossimi anni.
Restando alla cronaca di oggi però c'è la giunta che approva un disegno di legge sulla protezione civile e il presidente del consiglio provinciale Kessler che ne vuole presentare uno alternativo. Le due cose come stanno insieme? Il disegno di legge di Kessler mi è arrivato sabato e ora lo approfondirò. Certo il contenuto collide con quello della giunta. Ma lo scopo della mia delega è quello di rendere più fluidi i rapporti tra giunta e consiglio provinciale e questo vuol dire lavorare naturalmente con la presidenza ma soprattutto con i capigruppo e i consiglieri per trovare un metodo che eviti impasse e non comunicazione.
C'è in atto un conflitto istituzionale tra Consiglio e giunta sulle procedure per le nomine del presidente di Fbk e di Apran. Come si potrà superare? Sono conflitti solo in parte istituzionali. Sulla procedura per la nomina del presidente della Fondazione Kessler si è trovato un accordo di mediazione, condiviso anche dal capogruppo e dal segretario del Pd, e sarebbe singolare ora che questo non andasse avanti. Non è difficile mettere insieme i membri della commissione per valutare le candidature in tempo. Mi aspetto che ciascuno faccia la propria parte.
Cosa serve oggi in concreto per migliorare i rapporti difficili? La mia impressione è che manchi il modo di confrontarsi sulle questioni di ampio respiro e che i singoli consiglieri perdano il senso della loro funzione di indirizzo. Oggi il Trentino cresce meno di quanto vorremmo, nonostante tutti gli sforzi che si fanno, e dobbiamo fare i conti con gli scenari preoccupanti che abbiamo davanti a cominciare dalla prospettiva di una seconda manovra nazionale a primavera.
E dunque? Qual è la proposta? Dunque io vorrei lavorare, se c'è interesse, per organizzare un momento di approfondimento, audizioni, occasioni di studio, rivolto al consiglio provinciale sul sistema economico Trentino e da questo decidere poi, noi come forze politiche di maggioranza, alcune iniziative.
Pensa che da parte dei partiti della maggioranza ci sia la disponibilità a fare iniziative comuni? Io sono convinto che sia necessario se vogliamo costruire una visione di coalizione sul futuro del Trentino. Certo, mi rendo conto che la situazione di incertezza sul governo nazionale e su cosa farà Dellai in caso di elezioni non aiuta, ma è proprio in questi momenti che dobbiamo pensare a schemi di gioco più condivisi e sensati. C'è bisogno per la coalizione di fare un passo in più. Subito. Appena dopo la finanziaria. Discutiamo pure del numero di società pubbliche, ma prima facciamo la diagnosi e poi decidiamo la terapia.