F. Terreri, "L'Adige", 12 novembre 2010 L'allarme lanciato dai sindacati sui possibili tagli di personale alla scuola dell'infanzia è rimbalzato ieri in consiglio provinciale. Stamattina, mentre alla sala della Cooperazione le maestre sono chiamate in assemblea dai sindacati e molte materne saranno chiuse, l'assessore Marta Dalmaso incontrerà sul tema i consiglieri di maggioranza.
Il nodo del contendere è l'articolo 58 della legge finanziaria che, si dice, metterebbe a rischio il lavoro delle insegnanti a tempo ridotto, circa 600 tra scuole provinciali ed equiparate, che coprono i prolungamenti d'orario. Per Dalmaso, però, «la norma serve a eliminare alcune rigidità, ma non scardina l'assetto attuale. Sono poche decine i precari che potrebbero non essere richiamati, ma possiamo recuperarli con la copertura degli ingressi dei bambini a gennaio. Intanto a quelli che hanno un minimo di 180 giorni, circa 300, pensiamo di garantire lo stipendio anche nei mesi estivi». La norma inserita in Finanziaria «delegifica» rispetto alla legge del 1977 sulla scuola dell'infanzia. «Dobbiamo sanare alcune rigidità - spiega Dalmaso - per contenere l'aumento automatico della spesa». Ma le risorse sulla materna sono state tagliate? «No, restano sul livello attuale, intorno ai 94 milioni di euro l'anno». I sindacati sono allarmati perché non si precisa più che le sezioni prevedono due insegnanti, demandando i numeri al piano annuale della Provincia e eliminando le compresenze. «Nessun taglio alle compresenze - ribatte l'assessore - che verranno garantite anche da un emendamento alla Finanziaria. Abbiamo bisogno però di più flessibilità sulla costituzione di nuove sezioni». Attualmente se si superano i 25 bambini, anche di poco, occorre costituire una nuova sezione della scuola materna. E per ciascuna sezione scattano i due insegnanti. I sindacati, però, temono che, eliminando la garanzia della legge, si possa arrivare ad un sistema di turni che renda superflua una parte degli insegnanti che coprono anticipi e posticipi. «Le organizzazioni sindacali ci chiedono di rimettere dei paletti. Abbiamo aperto il confronto su come possa concretizzarsi la flessibilità. Abbiamo tempo fino all'elaborazione del nuovo piano annuale, a febbraio-marzo». Le nuove regole entrerebbero in vigore il 1° settembre dell'anno prossimo. I sindacati, però non sono convinti (vedi articolo a fianco). La Provincia ha quindi messo sul piatto alcune «compensazioni». «C'è l'annosa e non bella questione dello stipendio estivo dei precari, che non lo ricevono perché vengono licenziati a fine anno scolastico e riassunti all'inizio del successivo. Abbiamo deciso di garantire questo stipendio a tutto il personale che abbia lavorato un minimo di 180 giorni». Si tratta di circa 300 insegnanti. Per pagare i loro stipendi anche a luglio e agosto servono 2 milioni di euro. «Non è facile, ma li troveremo» afferma l'assessore. Per quanto riguarda i rischi di perdita del lavoro precario, un'alternativa di utilizzo delle risorse sarebbe, secondo Dalmaso, la copertura dell'ingresso in anticipo dei bambini a gennaio, che spesso restano fuori dalla scuola materna se le sezioni sono piene. Tra i consiglieri provinciali, sull'onda dell'allarme sindacale, si sono mossi Sara Ferrari e Bruno Dorigatti del Pd, che insieme all'autonomista Caterina Dominici , hanno preparato un emendamento che cancella gran parte dell'articolo 58. «Ma non l'abbiamo presentato - precisa Ferrari - perché l'assessore Dalmaso si è resa disponibile al confronto e domani (oggi per chi legge, n.d.r. ) la incontreremo con tutta la maggioranza.
Seguici su YouTube
Partito Democratico del Trentino