Michele Nicoletti, 22 ottobre 2010
Noi pensiamo che l’elezione dei presidenti e dei membri delle assemblee delle comunità di valle sia un’occasione importante per la crescita della democrazia nella nostra terra.
A noi piace l’idea di comunità.
L’idea che la vita non sia un’avventura solitaria in cui ognuno cerca di salvarsi da solo, ma un cammino che si fa insieme.
Fare comunità è da sempre il modo in cui le persone che vivono nelle valli del Trentino, come in tutti i territori di montagna, affrontano le sfide della vita.
In comunità per secoli abbiamo amministrato i beni comuni, i pascoli, i boschi, le acque, custodendo di generazione in generazione il patrimonio straordinario di cui oggi godiamo. Senza una gestione comunitaria di questi beni, probabilmente questo patrimonio sarebbe stato dilapidato. Questa lezione del passato è importante per l’oggi. Le dinamiche della società contemporanea, con i grandi movimenti di capitali, di merci, di persone, richiedono a tutti noi di fare un po’ più comunità.
Per custodire tradizioni e identità, per accogliere e integrare meglio i nuovi arrivati, per sostenere il lavoro e l’iniziativa delle imprese, per valorizzare i più meritevoli e aiutare i più deboli, per fornire ai cittadini servizi di qualità più elevata degni delle zone più sviluppate di Europa, per mettere le persone al centro della progettazione del destino comune, dell’uso del proprio territorio e delle risorse che dobbiamo consegnare, senza distruggerle, alle nuove generazioni.
Le comunità di valle rispondono a quest’idea, antica e modernissima, di autogoverno delle comunità in cui ognuno deve fare la propria parte e assumersi le proprie responsabilità.
La partecipazione dei cittadini alla loro costituzione e alla loro gestione è l’unica garanzia che le istituzioni non si trasformino in strutture vuote e costose.
Non abbiamo bisogno di enti inutili. Abbiamo bisogno di un’amministrazione pubblica più efficiente, al servizio del cittadino.
In tanti settori i piccoli comuni non sono in grado di farlo da soli. Hanno bisogno di mettersi insieme: ad esempio per progettare l’uso del proprio territorio o per gestire efficienti servizi sociali. Abbiamo bisogno di istituzioni capaci di fare sintesi delle particolarità, capaci di sostenere lo sviluppo locale attraverso la partecipazione creativa e il controllo dei cittadini.
Le comunità, per vivere, hanno bisogno di cittadini che pensano con la loro testa e che abbiano a cuore il bene comune.
Per questo, da democratici, andiamo a votare: perché le comunità nascano da molte teste e dall’impegno generoso di molti.