Il consigliere Luca Zeni interroga la Giunta provinciale per sapere come intende affrontare la presenza di ancora troppi inquinanti/nutrienti nel Lago di Serraia.
Trento, 5 luglio 2023
L'interrogazione prende lo spunto da un lavoro realizzato dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Meccanica (DICAM) dell’Università di Trento, in sinergia con l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente, dal titolo “Elaborazione di una metodologia integrata per il calcolo del bilancio di nutrienti e l’analisi dell’eutrofizzazione in laghi alpini: il caso del lago di Serraia”.
Nel documento sono analizzate tutte le fonti d'inquinamento del lago di Serraia, entrando nel dettaglio dell’apporto di inquinanti/nutrienti di ogni singolo rigagnolo che alimenta il lago, delle attività produttive che si trovano nelle adiacenze e dell’impatto del sistema fognario.
Nonostante gli interventi sostenuti finora, le condizioni del lago non sono migliorate negli ultimi anni tanto che nello studio del DICAM si suggerisce “un cambio di paradigma nella gestione del territorio” puntando sulla mitigazione dei fattori di rischio.
Partendo da queste considerazioni il consigliere Zeni chiede alla Giunta quali interventi concreti intenda adottare.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE:
Interrogazione n.
Lago di Serraia: ancora troppi nutrienti, è necessario cambiare strategia
Nell’ambito dell'accordo attuativo “Attività di ricerca e studio in materia di eutrofizzazione dei laghi” siglato nel luglio 2021 tra il Dipartimento di Ingegneria Civile e Meccanica (DICAM) dell’Università di Trento, in sinergia con l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (APPA), nel febbraio 2023 è stato prodotto il documento “Elaborazione di una metodologia integrata per il calcolo del bilancio di nutrienti e l’analisi dell’eutrofizzazione in laghi alpini: il caso del lago di Serraia” che raccogli la seconda e terza parte dello studio svolto appunto da DICAM.
Il documento affronta due temi:
indagine sugli apporti di nutrienti dal bacino drenante del lago di Serraia e stima dei carichi annuali, con particolare riferimento alla zona delle serre ma con focus orientati anche la zona tra i laghi di Serraia e Piazze e alla valutazione delle eventuali perdite della rete fognaria, con la collaborazione dell'amministrazione comunale;
valutazione dell'applicazione di ulteriori misure diverse, in contrasto con quelle in essere (ossigenazione), per la limitazione del carico interno.
Il documento, piuttosto corposo, riporta anche i risultati relativi agli approfondimenti sull’effetto della regolazione artificiale dei flussi in uscita dal lago sul bilancio dei nutrienti mediante modellazione numerica oggetto di uno studio precedente.
Per valutare l’apporto di nutrienti il lago di Serraria è stato suddiviso in tre parti:
la sponda sud, “dove l’attività di indagine ha dimostrato che sono ancora presenti importanti rilasci di nutrienti; nel 2000 si era ipotizzato che l’impianto di ricircolo potesse azzerare il rilascio di fosforo da parte delle colture idroponiche, ma già le misure effettuate nel 2005 e 2008 non avevano mostrato alcun segno di miglioramento e le nuove misure riportano addirittura valori di concentrazione superiori a quelli del periodo antecedente al 2000, segnando esplicitamente la presenza di fonti aggiuntive o comunque il difettoso funzionamento degli interventi realizzati. (…) Se si considera un centinaio di kg di fosforo all’anno provenienti dall’acquifero sulla sponda sud del lago, appare evidente come sia necessario perseguire l'obbiettivo già definito più dei venti anni fa di azzerare realmente il rilascio di nutrenti dalle attività agricole.” (pag. 276 documento DICAM);
sponda nord e nord-est, dove, nonostante le caratteristiche di elevata naturalità e la presenza del biotopo Paludi di Sternigo, “l’analisi condotta ha individuato nel Fos Grant, che scorre in mezzo alla piana raccogliendo gli affluenti dei sottobacini tra il lago di Serraria e quello delle Piazze, uno dei maggiori contribuenti in termini di carico di fosforo.” (ivi pag. 277).
sponda ovest, dove gli emissari presenti “sono corsi d’acqua minori, a carattere prevalentemente artificiale, caratterizzati da portate modeste o quasi assenti. Tuttavia, episodi con concentrazioni elevate di fosforo e di altri nutrienti sono stati riscontrati in diverse occasioni, segnalando elementi di forte criticità ancorchè sporadici, ma per questo più difficilmente controllabili. Nella parte settentrionalie di questa sponda del lago è presente anche un punto particolarmente delicato della rete fognaria, con un impianto di sollevamento che in passato ha contribuito in modo improbabilmente rilevane ai carichi di fosforo, azoto e materia organica a causa di malfunzionamenti.” (ivi pag. 278)
Le conclusioni di questa parte dello studio del DICAM sono chiare: dall’analisi condotta sui carichi di nutrienti “risulta particolarmente evidente (…) che la stima del carico di fosforo gravante sul lago di Serraia deve considerare soprattutto l’analisi del rischio presente. In tal senso, le strategie di risanamento non possono riguardare solo la riduzione dei carichi presenti stabilmente, ma soprattutto la mitigazione dei fattori di rischio. Si tratta quindi di un percorso che richiede un cambio di paradigma nella gestione del territorio.” (ivi pag. 279)
Il documento del DICAM ha però un limite, derivante, a parere dello scrivente, da una interpretazione eccessivamente estensiva delle norme a tutela della privacy. Il documento risulta così mutilato in molte sue parti, che risultano così poco comprensibili e poco utilizzabili.
Vediamo alcuni esempi. A pagina 276 si legge “Infine, è importante ribadire la necessità di effettuare un’analisi dei rischi ...omissis …” tre , quattro righe bianche e poi ancora “… omissis … Il contributo di questi eventi in termini di carico aggiuntivo di fosforo e di altri elementi è impossibile da quantificare (per forza, non sappiamo neppure a cosa si riferisce ndr). Tuttavia, è chiaro che la presenza di un elemento affetto da potenziali perdite per guasti o incidenti non prevedibili costituisce un elemento di rischio primario per un corpo idrico di dimensioni modeste come il lago di Serraia: … omissis ...” Forse ci si riferisce a un tubo di drenaggio prossimo al lago, ma bisogna lavorare di fantasia.
Gli omissis sono decine e decine nel documento dell’DICAM, riguardano nomi di aziende, interi capoversi, note a pie di pagina e perfino figure, si immagina fotografie di luoghi e ambienti.
Tanto premesso
interrogo il Presidente della Provincia e l’Assessore competente
per sapere:
come intenda la Provincia utilizzare il corposo documento prodotto dal DICAM dell’Università di Trento “Elaborazione di una metodologia integrata per il calcolo del bilancio di nutrienti e l’analisi dell’eutrofizzazione in laghi alpini: il caso del lago di Serraia” ed in particolare se, e con quali azioni concrete, intenda adottare “un cambio di paradigma nella gestione del territorio” agendo “soprattutto sulla mitigazione dei fattori di rischio”, come suggerito nelle conclusioni relative al capitolo sul risanamento del lago di Serraria (cap 13.3);
considerando la natura del documento, prettamente scientifica ed estremamente puntuale nell’analisi del lago e dell'ambiente naturale e urbanizzato circostante, se non ritengano che una interpretazione eccessivamente estensiva delle norme sulla privacy non lo rendano, di fatto, monco e non integralmente utilizzabile considerando gli interventi puntuali, su soggetti coperti da omissis, che vengono suggeriti.
cons. Luca Zeni
A norma di regolamento chiedo risposta scritta.
Trento, 5 luglio 2023