Valduga: «Ecco il mio programma spiegato da cinque opinion leader»

Quando Francesco Valduga ha introdotto l’incontro di ieri pomeriggio alla Sala Auditorium di Via Giusti a Trento ha voluto rimarcare come, per stilare un programma, occorrono le competenze. Non slogan. Eppure un piccolo motto se l’è concesso anche lui al termine dei lavori: «Bisogna coniugare un Trentino “Smart” con un Trentino “Slow”». Dove con «Smart» si intende la capacità di innovare e creare sviluppo al passo coi tempi, e con «slow» si intendono le relazioni sociali e la prossimità.
D. Cassaghi, "Corriere del Trentino" 21 maggio 2023

Fatto sta che, filosofia a parte, la piccola sala era strapiena. Complice forse il fatto che l’Alleanza Democratica e Autonomista sia composta da molte liste, presenti ognuna con i suoi big. Un giro, ieri, se l’è fatto anche Roberto Stanchina, formalmente di «Trento al Centro», una formazione non presente nell’Alleanza Democratica, e in pratica sempre più distante dalle Stelle Alpine.

Il primo a parlare è ovviamente il candidato designato: «È importante fare un racconto dei lavori — dichiara Valduga — Ho capito che viviamo in un tempo in cui se non c’è comunicazione è come se il lavoro non lo si sta portando avanti». Comunicazione che, sottolinea, non è solo quella digitale, ma è soprattutto quella dal vivo. Per cui, sebbene — parole sue — «non sia l’inizio della campagna elettorale», ma più che altro un momento di confronto, ha comunque deciso di invitare cinque — sempre parole sue — «opinion leader» per iniziare a parlare del programma in cantiere. Gli interventi sono stati affidati, in ordine, al professore emerito di Diritto Costituzionale di UniTrento, Roberto Toniatti, alla dirigente scolastica Maria Prodi, alla pediatra e membro del direttivo dell’Ordine dei Medici, Lorena Filippi, al ricercatore Emiliano Campisi e all’imprenditore Mirco Cainelli. «Sono due i valori di fondo sottesi — conclude il sindaco di Rovereto — il primo è che siamo in discontinuità rispetto all’amministrazione precedente. Il secondo è il senso della coalizione, che significa saper valorizzare le differenze e portarle a un’omogeneità di pensiero e a una sintesi. Abbiamo bisogno di punti di vista differenti per creare un progetto politico che duri oltre le elezioni Provinciali e che non sia un cartello elettorale».

L’insistenza di Valduga sull’importanza della comunicazione arriva a stretto giro rispetto al suggerimento-provocazione indirizzatogli dal suo collega, Franco Ianeselli. Anche lui era presente ieri e ha preso la parola dopo Valduga, sfoggiando un look casual che si addiceva al tenore del suo intervento: «Ho letto un libro: “la mente politica” di Drew Westen. Dice che le elezioni non le vince il programma più bello. Altrimenti avremmo vinto noi le elezioni. Le vince chi suscita emozioni. Sono pochi gli elettori che leggono i programmi». Ma questo, continua Ianeselli, non vuol dire che stilare un programma non serva: una volta eletti non si va da nessuna parte senza. «Quando sento che dopo cinque anni la maggioranza provinciale si accorge che c’è un tema casa — aggiunge — questo mi suscita un’emozione: quella che provo sentendo dei cialtroni parlare». E prosegue nell’analisi: «Loro hanno subito fiutato un’emozione in val di Sole: quella della paura. E ci lucrano. Dove c’è paura, arrivano loro. E se la loro emozione è la paura, la nostra deve essere la speranza». Quindi, Ianeselli chiude il ragionamento sulla carenza di programmazione della destra: «Se risolvono un problema, la gente smette di avere paura. E se la gente smette di avere paura, hanno finito».

 

AUTONOMIA «Un potere di veto nello Statuto» - Roberto Toniatti

Occorre una nuova configurazione dell’autonomia — l’ “autonomia integrale”— che superi le fragilità che derivano dal secondo Statuto, e serve una Consulta per revisionarlo. Vi si dovrà inserire un potere di veto delle provincie verso Roma, «l’intesa forte». Bisogna promuovere l’Autonomia differenziata per le regioni ordinarie, ma non pensare che si applichi alle speciali. Occorre favorire gli strumenti per la democrazia partecipativa. Il Consiglio provinciale va riformato dando maggiori garanzie alle opposizioni. Prevediamo un programma normativo per la Commissione dei dodici. Il Trentino dovrebbe essere più partecipe nel contesto europeo e per questo è necessario il «Trentino trilingue». Valorizzare la cooperazione decentrata per gestire l’immigrazione e promuovere l’insegnamento dell’Autonomia a scuola».

LAVORO «Le imprese siano attrattive» - Mirco Cainelli

«Purtroppo vediamo dei gap che hanno creato una tempesta perfetta negli ultimi tre anni. A parte il Covid, si è verificato un caro-energia e un caro delle materie prime che per le aziende manifatturiere è difficilmente gestibile. Per questo il modello europeo ha perso di competitività. Ci sono dei gap formativi tra mondo scolastico e del lavoro. Si è investito troppo poco in formazione. Stiamo assistendo in tutti i settori a una mancanza cronica di risorse umane e di competenze di queste risorse. Il numero dei neet in Trentino è del 17%: sono giovani che hanno rinunciato ai loro sogni. Cosa stiamo dando loro per cambiare le cose? Un altro punto è che le aziende devono cambiare approccio: devono rendersi attrattive per i lavoratori». 

CAMBIAMENTI CLI MATICI «Mitigazione e adattamento» - Emiliano Campisi

«È importante agire in due direzioni, arcinote a tutti: mitigazione e adattamento. Dobbiamo adattarci al clima che cambia e occorrono una serie di interventi per tutelare gli ecosistemi e i settori socio-economici più vulnerabili. I conflitti per la gestione della risorsa idrica aumenteranno sempre di più. Possiamo intervenire subito sulla rete acquedottistica per ridurre le dispersioni e lavorare sul recupero delle acque meteoriche. Occorre gestire il fabbisogno idrico in agricoltura diversificando le colture. Stagionalizziamo l’offerta turistica. Puntiamo sulle comunità energetiche e su un sistema di trasporti pubblici multimodale e capillare. Incentiviamo la filiera corta contro la grande distribuzione».

SCUOLA «Personalizzare i curricula» - Maria Prodi

«Per premiare il merito dei docenti bisogna avere degli ispettorati. Senza una definizione di chi siano i migliori e i modi per selezionarli, una legge sulla carriera dei docenti potrebbe avere effetti nocivi. Una volta il Trentino faceva lezione a Roma, ora si attendono le direttive nazionali per adeguarsi. Bisogna ridare spazio all’autonomia scolastica, è dove nascono professionalità e creatività. La verticalizzazione eccessiva effettuata con la burocratizzazione non è la strada: nessuno può costringere con la forza un insegnante a essere un buon insegnante. Serve collaborazione. Per l’orientamento occorre mettere in campo strategie efficaci come quelle di Friuli e Veneto. Vogliamo personalizzare i percorsi didattici con spazi di opzionalità». 

SALUTE «Sia tutelato il pubblico» - Lorena Filippi

«Evitare la spola tra medico di base e ospedale dotando gli ambulatori di strumenti adeguati per le diagnosi pronte in loco. Permettere ai medici di assumere segretari e infermieri per concentrarsi meglio sul lavoro clinico. Supportare la formazione dei medici. Investire sulla prevenzione per diminuire i costi di cura. I punti nascita periferici con pochi parti non permettono al personale di fare pratica e di avere le condizioni necessarie per intervenire in caso di complicazioni. Non è pensabile investire soprattutto nella sanità privata. Il privato deve essere d’appoggio, ma non tutti hanno la possibilità di pagare per avere le visite in breve tempo. Si tuteli il pubblico. Occorre migliorare le comunicazioni e i trasporti tra ospedali centrali e periferici».