L'Agorà sulla mobilità che si è tenuta a Rovereto il 15 febbraio ha visto la partecipazione di 90 persone, in presenza e tramite diretta Facebook. Coordinata dal consigliere Alessio Manica ha visto gli interventi dei relatori Alberto Baccega, Michele Brugnara,Marco Danzi, Sara Favargiotti, Mario Forni, Andrea Miniucchi, e il dibattito.Rovereto, 1 marzo 2022
Difficile sintetizzare tutti i temi e le proposte emerse, che spaziano dai principi di una mobilità sostenibile, agli interventi puntuali riguardanti il territorio del Trentino.
Alcune riflessioni hanno però segnato il confronto dell'Agorà:
Non si può adeguare la mobilità alle esigenze del sistema capitalistico senza chiedersi quale limite sia compatibile con il futuro , e non si può subordinare alle stesse la qualità della vita, e la qualità del paesaggio, senza pagare un prezzo insostenibile.
Purtroppo ci si chiede come ridurre l'impatto e l'inquinamento di una mobilità su gomma alimentata da energie fossili, ma non ci si chiede se ogni mobilità delle merci e delle persone sia opportuna. La mancanza della esternalizzazione dei costi ambientali nel trasporto fa si che le merci viaggino senza alcun limite. Analogamente il lavoro è costretto a seguire le merci o i servizi, alimentando una mobilità da pendolarismo che sovraccarica la mobilità e devasta la vita dei lavoratori.
Riconsiderare le priorità, i valori in campo, potrebbe portare ad una diversa idea di mobilità necessaria.
Prima di pensare che in città possono circolare solo i mezzi non inquinanti, chiediamoci quale privilegio tuteliamo e quale costo facciamo pagare alle persone che non hanno le risorse adeguate. Perché non è giusto che un SUV elettrico scorrazzi nel centro città senza limiti e un lavoratore pendolare o un cittadino svantaggiato non possa circolare con il suo vecchio diesel. O chiediamoci se è giusto che investiamo tanto per assicurare l'alta velocità, mentre ai pendolari sono riservate le linee locali arretrate e sovraffollate. E considerando che l'equità passa anche da una mobilità in tempi ragionevoli anche per chi abita in montagna o in periferia. In altre parole la transizione è obbligata, ma non può essere pagata solo da chi è ai margini,sociali o territoriali.
è comunque insostenibile.
In Trentino è quanto mai evidente con la giunta leghista che vuole perseguire ancora la strada più inutile che ci sia,la Valdastico, e si preoccupa di progettare nuove strade lasciando alla ferrovia le briciole di qualche studio di fattibilità. Eppure cent'anni fa il Trentino aveva una rete invidiabile di ferrovie, in gran parte dismesse a causa dell'industria dell'automobile. Non è il primo passo indietro, anche le prime auto erano elettriche e poi si è scelto il motore a scoppio. Solo che oggi ogni esitazione e ogni errore di strategia sono micidiali in termini di costi ambientali.
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