A seguito dei tanti e violenti temporali abbattutisi sul nostro territorio in questa stagione, la vecchia “strada dei Crozi” – oggi utilizzata per deviare il traffico durante i lavori sul viadotto della Valsugana e che verrà poi usata come pista ciclabile - presenta spesso grossi problemi per il traffico, con vere e proprie cascate d’acqua oltremodo pericolose.
Trento, 5 agosto 2021
Già il 23 giugno scorso il Consigliere del Partito Democratico del Trentino, Luca Zeni, interrogava la Giunta provinciale per sapere come la stessa intendesse affrontare questi problemi e, alcuni giorni dopo, lo stesso Consigliere chiedeva accesso agli atti per conoscere le valutazioni o i pareri espressi in proposito dal Servizio Geologico della Provincia. Dopo un lungo e faticoso iter, finalmente si è potuto accedere alla relazione, peraltro molto chiara ed esaustiva, la quale, dopo una approfondita analisi tecnica della situazione e dopo aver evidenziato il rischio di caduta massi sulla strada, conclude affermando che “una corretta protezione dei fenomeni di caduta massi possa essere attuata prevalentemente mediante la realizzazione di barriere elastiche per complessivi 1114 metri di lunghezza, suddivise in 23 tratte di lunghezza compresa fra i 30 e gli 80 metri ognuna e di altezza di 4 o 5 metri.”
A fronte di ciò il Consigliere Zeni ha depositato oggi una nuova interrogazione, chiedendo alla Giunta provinciale, oltre ad alcune questioni procedurali, se gli adempimenti indicati nella relazione del Servizio Geologico sono stati attuati e per quale ragione allora, in caso di temporali, la strada venga solitamente chiusa; oppure se gli interventi non sono stati attuati sulla base di quale atto è stato possibile aprire l’accesso alla strada in assenza delle prescrizioni del parere geologico ed, infine, se i pareri espressi dal Servizio Geologico, alla luce della Carta di Sintesi delle Pericolosità siano sempre tenuti in debita considerazione.
IL TESTO DELL'INTERROGAZIONE
SONO STATI RISPETTATE LE INDICAZIONI DEL PARERE GEOLOGICO PRIMA DELLA RIAPERTURA DELLA VECCHIA STRADA DEI “CROZI”?
In data 23 giugno scorso, in seguito ad un temporale, la vecchia “strada dei Crozi” – utilizzata per deviare il traffico nella fase dei lavori sul viadotto e che sarà in futuro utilizzata come pista ciclabile – presentava evidenti problematiche, con vere e proprie cascate d’acqua. In data 25 giugno, il sottoscritto Consigliere presentava un’interrogazione, ancora senza risposta, nella quale si domandava alla Giunta provinciale di “sapere come si intende affrontare il problema relativo alla caduta e alla formazione di autentiche cascate d’acqua e detriti e, nei mesi freddi, di ghiaccio provenienti dal fronte roccioso che sovrasta il vecchio sedime della statale 47 della Valsugana, se è immaginabile deviare l’acqua o predisporre una copertura, oppure se sarà necessario chiudere la deviazione almeno nei giorni di pioggia e nel periodo invernale”.
Nelle settimane successive i numerosi automobilisti in transito, nelle giornate di pioggia hanno assistito spesso alla chiusura della strada, con conseguente restringimento della carreggiata ad una sola corsia, in alcuni casi in cima alla galleria di Martignano, con conseguenti code all’interno; in altri casi a Trento nord prima dell’innesto della galleria; in altre occasioni con la chiusura completa della galleria di Martignano e deviazione del traffico sulla strada vecchia che passa a San Donà.
In data 28 giugno, nello svolgimento dell’ordinaria attività di verifica e controllo propria dei Consiglieri provinciali, il sottoscritto inviava una richiesta di informazione ex art. 147 del Regolamento interno del Consiglio provinciale al Servizio Geologico della Provincia, chiedendo di avere copia delle “valutazioni/pareri espressi dal Servizio Geologico in merito alla sistemazione della “vecchia” strada dei “Crozi” funzionale ai lavori di sistemazione ed adeguamento del viadotto dei “Crozi” sulla s.s. 47 (opera S-861) e al collegamento ciclopedonale Trento – Pergine”.
Purtroppo, nonostante il Regolamento sia chiaro nel prevedere un obbligo di risposta “tempestivo” da parte della pubblica Amministrazione, è ormai cattiva prassi disattendere la previsione normativa e tali pareri sono stati inviati in data 21 luglio 2021. Peraltro, come purtroppo è divenuta altrettanto pessima abitudine, l’ Amministrazione indica di default la sussitenza di un generico obbligo di riservatezza, dimenticando che tale obbligo deve essere motivato in base a quanto previsto dalla legge e non può essere una generica indicazione discrezionale dell’Amministrazione. In questo caso peraltro la motivazione è, a dir poco, originale: “Ritenendo che tali documenti siano di natura strettamente tecnica e che facilmente si prestino ad essere mal interpretati, gli stessi sono subordinati all’obbligo di riservatezza, ai sensi dell’articolo 147 del Regolamento interno del Consiglio provinciale.” Quindi viene inventata una nuova previsione normativa, l’obbligo di riservatezza per la “natura strettamente tecnica” di un parere geologico; tuttavia fondandosi il nostro ordinamento giuridico su una rigorosa gerarchia delle fonti, una lettera di un Servizio provinciale non può derogare alla legge dello Stato.
Nel merito, la relazione geologica risulta completa e molto chiara. La relazione è stata redatta “su richiesta del Servizio Opere Stradali e Ferroviarie della P.A.T. a supporto di un intervento di messa in sicurezza da caduta massi della vecchia “strada dei Crozi”, funzionale ad un temporaneo accoglimento di parte del traffico transitante attualmente sulla S.S. 47 che si renderà necessario durante i lavori di adeguamento sismico del viadotto sulla stessa strada statale (non trattati in questa relazione). Il tratto in oggetto verrà poi in seguito utilizzato ed inserito nel percorso ciclopedonale Trento – Pergine Valsugana.”
La relazione descrive le caratteristiche dell’area e si sofferma poi sulla stabilità geomorfologica: “Sull’area di intervento non si rilevano processi morfogenici particolarmente intensi e frequenti. La buona permeabilità posseduta sia dal substrato roccioso sia dalle coperture quaternarie facilita l’infiltrazione delle acque di superficie, impedendo di conseguenza la formazione di linee di concentrazione idrica e relativi fenomeni di erosione. Unica eccezione è costituita dalla presenza di una linea di deflusso idrico superficiale con portate piuttosto pronunciate e continue, presente a circa 260 metri dall’estremità ovest del tracciato; tale linea, in occasione di forti precipitazioni, risulta in grado di riversare sull’attuale sede stradale sia significative quantità d’acqua sia frammenti litici, in genere centimetrici o pluricentimetrici, prodotti da deboli azioni erosive operate più a monte dallo stesso corpo idrico.
La presenza di diffuse pareti rocciose nella parte medio alta del versante, unite ad acclività piuttosto pronunciate del pendio, determina inoltre la possibilità di isolati crolli di massi che possono anche occasionalmente interessare la sede stradale con blocchi di volumetria in genere piuttosto contenuti; tale argomento necessitando di una idonea opera di mitigazione, verrà trattato in modo più compiuto in uno specifico capitolo nel proseguo della presente trattazione”.
Il proseguo riguarda gli “interventi proposti”: “ I dati ottenuti dalle simulazioni, elaborati prendendo in considerazione anche la presenza di interventi di consolidamento già realizzati (bullonature e imbrigliamenti in alcuni punti delle parti superiori e reti in aderenza sulle scarpate immediatamente a monte del tracciato in oggetto), evidenziano come allo stato attuale perduri la possibilità che la vecchia sede viaria, oggetto di futuri interventi, possa essere interessata dalla caduta di massi provenienti dal versante sovrastante. In particolare, le elaborazioni numeriche restituiscono in corrispondenza dell’area immediatamente a monte del tracciato stradale, energie cinetiche attese per i massi in caduta con valori non superiori a 1000kJ. Per quanto invece riguarda le altezze di traiettoria, esse risultano generalmente contenute entro i 4 – 5 metri.
Sulla base dei risultati ottenuti, si ritiene pertanto che una corretta protezione dai fenomeni di caduta massi possa essere attuata prevalentemente mediante la realizzaizone di barriere elastiche per complessivi 1114 m. di lunghezza, aventi tutti energie di dissipazione nominale pari a 1000kJ. suddivise in 23 tratte di lunghezza compresa tra i 30 ed 80 metri ognuna e di altezza di 4 o 5 m., secondo quanto riportato nella tabella 4.2.1.”.
Il parere prosegue poi indicando la necessità di opere di disgaggio della parete rocciosa e l’integrazione delle reti presenti.
Lo scrivente Consigliere chiede rassicurazioni rispetto alle barriere elastiche indicate – un totale di 1114 metri, suddivise in 23 tratti, ognuna di 4 -5 metri d’altezza – che ad un sopralluogo visivo dalle zone antistanti quelle interessate, non paiono evidenti, nonostante le dimensioni che dovrebbero essere notevoli e di conseguenza chiede se l’intervento sulla “strada dei Crozi” abbia preventivamente rispettato le prescrizioni contenute nella relazione geologica menzionata sopra.
Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:
1) se non ritenga opportuno richiamare le proprie Strutture ad una maggiore solerzia nell’adempiere all’obbligo di informazione nei confronti dei Consiglieri provinciali, come perlatro previsto dalla legge e ad indicare doveri di segretezza o riservatezza nei soli casi previsti dalla legge;
2) se gli adempimenti previsti dal parere del Servizio Geologico della Provincia citato in premessa siano stati tutti regolarmente attuati, visto anche il numero consistenti di automobilisti che ogni giorno percorre il tratto stradale interessato;
3) in caso di risposta affermativa al punto 2), essendo tutto a posto, per quale motivo in occasione di temporali, peraltro sempre più frequenti, la strada venga solitamente chiusa;
4) in caso di risposta negativa al punto 2), in virtù di quale atto è stato possibile aprire l’accesso della strada in oggetto pur in assenza del rispetto delle indicazioni del parere geologico;
5) se i pareri espressi dal Servizio Geologico della Provincia a supporto degli interventi di tipo infrastrutturale (viabilistico in particolare), alla luce della Carta di Sintesi delle Pericolosità in vigore dall’autunno del 2020 e delle NTC2018 (Norme Tecniche delle Costruzioni) siano sempre tenuti in debita considerazione applicando puntualmente le eventuali prescrizioni e indicazioni in essi contenuti.
A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.
Distinti saluti.
avv. Luca Zeni