Il consigliere del Partito Democratico Alessio Manica ha depositato una proposta di mozione sul Nagorno Karabakh, per chiedere alla Regione di mettere a disposizione delle Autorità territoriali e internazionali la propria esperienza d’autonomia nel processo di pace che interessa quella regione.
Trento, 6 novembre 2020
“Quella che riguarda il Nagorno Karabakh – chiarisce Manica – è una questione delicata, di diplomazia e, purtroppo, di guerra, che coinvolge una regione nella quale si intrecciano molteplici fatti di storia, risoluzioni, interessi, attori. Con la consigliera Ferrari e il consigliere Zeni, che hanno sottoscritto con me questa proposta di mozione, non chiediamo alla Regione di prendere posizione pro o contro qualcosa o qualcuno. Chiediamo invece che le autorità del nostro Territorio, che ha conosciuto la drammaticità dello scontro armato ma che attraverso il dialogo è giunto a realizzare una convivenza pacifica, mettano a disposizione delle Autorità territoriali e internazionali che operano in Nagorno Karabakh, la propria esperienza d’autonomia nel processo di pace che interessa quella regione.
La struttura istituzionale e dei poteri del Trentino AltoAdige-Suedtirol si basa su un accordo internazionale, che ha garantito una maggior tutela alla minoranza tedesca attraverso la concessione di forme particolari di autonomia. Una strada che speriamo possa fornire utili esempi per conquistare anche in quella lontana regione una pace stabile e duratura”.
IL TESTO DELLA MOZIONE:
Proposta di mozione n.
Nagorno Karabakh e il percorso autonomistico del Trentino AltoAdige-Suedtirol
Il Nagorno Karabakh è una regione del Caucaso meridionale. Inglobato nella federazione Transcaucasica, il territorio venne assegnato all'Azerbaigian con la creazione, nel 1923, dell’Oblast’ Autonoma del Nagorno Karabakh. Con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta la questione del Nagorno Karabakh è riemersa sotto forma di conflitto tra armeni dell’Artsakh e esercito azero, causando oltre 30 mila morti. Il cessate il fuoco deciso nel maggio del 1994 ha dato avvio ai negoziati di pace sotto l'egida del gruppo di Minsk, negoziati che non hanno tuttavia portato ad una risoluzione stabile e che non sempre sono riusciti a scongiurare l’uso delle armi.
Lo scorso 27 settembre, gli scontri fra le milizie azere e le forze dell’Artsakh sono drammaticamente sfociati in operazioni di guerra, riaprendo un fronte in grado di innescare un conflitto più ampio di quello solo regionale. L'Italia è intervenuta attraverso la Farnesina chiedendo alle parti l’immediata cessazione delle violenze e l’avvio di ogni sforzo per prevenire i rischi di ulteriori escalation. Al margine del Consiglio Europeo del 1-2 ottobre scorso, a Bruxelles, il premier Giuseppe Conte ha ammonito rispetto al “rischio di una spirale di violenza" condannando "un conflitto militare che non può giovare a nessuno”.
Tanto premesso, considerato che la nostra Regione ha conosciuto la drammaticità dello scontro armato ma che attraverso il dialogo è giunta a realizzare una convivenza pacifica sul proprio territorio; e considerato che questa si basa su di un accordo internazionale, noto come Degasperi-Gruber, che ha garantito una maggior tutela alla minoranza tedesca attraverso la concessione di forme particolari di autonomia,
il Consiglio impegna
1. il proprio presidente e la Giunta regionale a promuovere e garantire forme di collaborazione per mettere a disposizione delle Autorità territoriali e internazionali la propria esperienza d’autonomia nel processo di pace che interessa quella regione.
Cons. Alessio Manica
Cons. Sara Ferrari