Il Trentino punti sull'Euregio

I contributi che stanno stimolando il dibattito sulle prospettive della nostra Regione, dimostra che c'è un gran bisogno di parlare di questo Ente che, con l'adozione del secondo statuto di autonomia del 1972, ha visto rovesciare verso le due Province la gran parte delle competenze politico-amministrative.
Tiziano Silvio Cova - Segretario circolo PD Fiemme e Fassa, 18 febbraio 2020

E nei decenni successivi si è ulteriormente svuotato di quelle residuali, per cui oggi risulta essere un'Istituzione politica priva di competenze che sopravvive a se stessa.
Su l'Adige di domenica scorsa l'autonomista Carlo Andreotti asserisce che la Regione «costituisce l'assicurazione sulla vita per l'autonomia del Trentino» mentre nelle pagine interne lo stesso giorno, in un'intervista di Nicola Marchesoni ad un politico sudtirolese di lungo corso quale Oskar Peterlini, quest'ultimo asserisce che «i trentini sbagliano a restare aggrappati all'erbetta "Regione" pensando che solo così possono continuare ad avere l'autonomia». Due pensieri contrapposti.
La posizione di Carlo Andreotti e di gran parte dei politici trentini che hanno a cuore l'autonomia appare oggi eccessivamente "difensiva", ancorata al passato. A mio avviso dobbiamo oggi anche noi trentini metterci in gioco e farci protagonisti di una nuova stagione autonomistica. La presa di posizione di Peterlini e aggiungiamo anche di Kompatscher (speriamo anche dell'Obmann Achammer e di tutta la SVP) lancia la prospettiva che è per il Trentino di grande interesse. Un allargamento verso una "nuova" Regione che va a comprendere anche il Tirolo austriaco dando sostanza istituzionale all'Euregio, vale a dire a quel progetto comune di collaborazione transfrontaliera composto dallo stato federato austriaco del Tirolo e dalla Regione Trentino - Alto Adige Südtirol, è un obiettivo ambizioso che va perseguito con convinzione.
Per fare questo, la via è una sola. Bisogna riprendere in mano il progetto di terzo Statuto di autonomia che la giunta Fugatti e anche la giunta Kompatscher hanno posto nel cassetto. Perché la prospettiva di collaborazione transnazionale deve essere sancita sia nel nostro Statuto di autonomia, sia in quello dello stato federato del Tirolo austriaco. Ci pare essere un'idea che renda "giustizia" a un territorio legato da una comunanza politico-amministrativa e culturale millenaria. Un progetto che va a dare forza a un'Europa delle regioni, a quello spirito europeista che negli ultimi anni sembra avere il fiato corto. Questo modello non sarebbe d'altra parte che la ripresa dello spirito europeista ante litteram di quell'accordo sancito a Parigi il 5 settembre 1946 tra Degasperi e Gruber. Un accordo nato sulle macerie della guerra, il quale, vale la pena ribadirlo perché tendiamo a dimenticarcelo, fu una delle prime intese transnazionali, quando ancora l'Unione Europea era lontana a venire.